L’Aquila. Avrebbero percepito, secondo l’accusa attraverso preventivi falsi, oltre 3 milioni e 200 mila euro ci contributi nell’ambito dei fondi comunitari post sisma che la Regione Abruzzo ha rimodulato per attrarre nuove imprese nel cratere del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009, ma il processo che all’Aquila vedeva alla sbarra professionisti ed imprenditori, e’ finito in prescrizione. Il Tribunale dell’Aquila ha emesso una sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione nei confronti degli 8 imputati, ai quali venivano contestati i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e falso ideologico.
Sul banco degli imputati erano finiti il commercialista aquilano Paolo Gargano, 50 anni, funzionario di Confindustria L’Aquila reintegrato ad aprile dopo essere stato messo alla porta per la necessita’ di far quadrare i conti, gia’ componente del collegio sindacale della partecipata del Comune dell’Aquila, Aquilana societa’ multiservizi, e amministratore unico della societa’ pubblica Scoppito servizi, nell’omonimo comune aquilano; Ettore Perrotti, 43 anni, presidente dell’ordine dei commercialisti della provincia dell’Aquila, rappresentante della Societa’ Unica; Guido Pozzuoli, 46 anni di Bergamo, rappresentante legale della societa’ Macom Srl dell’Aquila; Guglielmo Fabiani, (54) aquilano, rappresentante legale della societa’ Italglobal; Piera Montauti, (59) di Roma, rappresentante legale della societa’ Salgor; Fernando Marsili, (66) di Penne (Pescara), rappresentante della societa’ Compagnia degli Appennini; Donato Ferrini, (61) di Celano (L’Aquila) della societa’ Ergotec e Federica Masciulli Ferri, (47), rappresentante legale della societa’ Erreci segnaletica dell’Aquila.
La vicenda risale al 2012 e secondo le ipotesi dell’accusa, Gargano, in qualita’ di commercialista e consulente incaricato per la presentazione delle domande a favore delle societa’ legate agli imputati per ottenere i contributi del bando Por-Fesr 2007-2013, avrebbe attestato falsamente alla Regione, redigendoli e sottoscrivendoli con il nome di Pozzoli e con il suo consenso, la veridicita’ di sette preventivi di spesa falsi per un totale che supera i 3 milioni e 200 mila euro; gli stessi venivano allegati alle domande di contributo a favore delle imprese cui veniva indicato quale fornitore di beni e servizi la Macom Srl, amministrata dallo stesso Pozzuoli, societa’ che, sempre stando all’accusa, ha sede nel capoluogo di regione, ma in realta’ inattiva e non operativa.
Un meccanismo che avrebbe consentito di ottenere un punteggio maggiore nella graduatoria. Gli altri indagati, sempre in concorso tra loro, erano accusati di aver prodotto falsi preventivi di spesa a favore della Macom Srl, che a sua volta provvedeva a redigerne altri in favore delle altre “ditte amiche” per far ottenere finanziamenti per centinaia di migliaia di euro.