L’Aquila. Il Tar dell’Aquila deciderà nelle prossime ore sul ricorso presentato da alcuni candidati del centrosinistra finalizzato all’attribuzione della maggioranza dei seggi nel Consiglio comunale del capoluogo. È quanto emerso nell’udienza di oggi quando i giudici, sentiti alcuni interventi degli avvocati, si sono riuniti in Camera di Consiglio. Alle amministrative del 2017 la coalizione guidata da Americo Di Benedetto, ha perso a sorpresa al ballottaggio pur avendo sfiorato al primo turno il 50 per cento dei consensi. Qualora i giudici amministrativi accogliessero l’istanza dei ricorrenti, il sindaco, Pierluigi Biondi di Fratelli d’Italia, da poco più di un anno alla guida della coalizione di centrodestra, potrebbe ritrovarsi senza la maggioranza in consiglio comunale e cioè con la cosiddetta ‘anatra zoppa’. “Ai sensi dell’ordinanza che il Tar ha emanato nel maggio scorso, oggi delle due l’una”, ha spiegato a margine dell’ udienza l’avvocato aquilano Raffaele Daniele, consigliere comunale dell’Udc che insieme a Roberto Colagrande difende le tesi sostenute dal centrodestra, “o si accerta che nel seggio 41 è stato commesso un errore materiale, assorbente e preliminare della domanda dei ricorrenti, e quindi viene dichiarato inammissibile il ricorso, oppure si accerta che c’è stato un falso e allora ai sensi dell’articolo 77 del Codice del processo amministrativo si deve sospendere il processo in attesa del giudizio presso il tribunale ordinario”.
Sul giudizio amministrativo, infatti, incombe una querela di falso, presentata in sede civile dagli avvocati Colagrande del Foro dell’Aquila e Livio Proietti di quello di Tivoli, incaricati da Carla Mannetti di Fratelli d’Italia, assessore comunale, e Luigi D’Eramo della Lega, assessore comunale e deputato, in relazione al verbale delle operazioni elettorali del seggio 41, dal quale mancherebbero 400 voti in sede di trascrizione dei dati. “La decisione verrà presa oggi e pubblicata domani, non si ha modo di conoscere la decisione prima della pubblicazione”, aggiunge Daniele, “in teoria potrebbero anche pubblicare solo il dispositivo domani e prendersi un termine per le motivazioni, ma penso che, essendo durata più di un anno la causa, siano maturi i tempi per la decisione, tant’è che oggi non hanno neanche voluto una discussione approfondita”. Di diverso avviso l’avvocato Claudio Verini che, insieme a Maurizio Capri, ex assessore del Pd, e ora anche ad Alfonso Celotto, insigne giurista recentemente ingaggiato dal centrosinistra aquilano, difende le ragioni dei ricorrenti: “Al tribunale ordinario credo non si vada, perché dalla precedente ordinanza mi sembra chiaro che il Tar riterrà quello riguardante la sezione 41 un errore materiale e non un falso con necessità quindi di spostarsi al tribunale ordinario”.