L’Aquila. E’ trascorso un anno ormai da quei tre giorni un po’ speciali che animarono la città dell’Aquila e i paesi dintorno con i canti e l’allegria. Per ricordare il significato dell’Adunata Nazionale e chi sono stati i suoi protagonisti, siamo andati a conoscere la storia di uno dei gruppi più grandi d’Abruzzo. La “Sede degli Alpini” è un bell’edificio poco distante dalla piazza principale di Barisciano. Al suo ingresso, lo sventolìo di un grande tricolore e due aquile in pietra mi danno il benvenuto. Una lastra di marmo riporta il nome di Ugo Piccinini, Medaglia D’Oro della Seconda Guerra Mondiale, morto giovanissimo nella steppa russa di Selenj Jar: a lui è intitolato il Gruppo Alpini Barisciano. Accanto a Ugo, nella memoria del paese riposa Carlo Iagnemma, Medaglia di Bronzo. L’appuntamento con Antonello è qui, nel suo ufficio. E’ lui l’attuale capogruppo delle penne nere del paese, dal giugno 2013 Consigliere Nazionale. In due intense ore, tra documenti d’archivio e tanti ricordi, ripercorriamo un’affascinante storia. Nato agli inizi degli anni Trenta dall’ambizione dell’alpino Amilcare D’Eramo, il Gruppo Alpini Barisciano si ricostituì nel 1987. Le stanze del Comune furono inizialmente i luoghi di riunione di una ventina di volenterosi, che elessero a nuovo capogruppo il loro compaesano Bruno Campagna; i tesseramenti avvenivano invece nei locali delle vecchie scuole. E tra le prime iniziative della neonata associazione ci fu proprio la consegna di due bandiere tricolore alle classi elementari e medie di Barisciano. Gli anni Novanta videro la costituzione di un Corpo di Protezione Civile, specializzato nella prevenzione e nell’avvistamento incendi durante i mesi estivi e operante ancora oggi sul territorio. Ma la “grande svolta”, come Antonello ama definirla, si ebbe nel 1992 quando, grazie ad una delibera del Comune e sotto la sua direzione, prese avvio la costruzione della sede attuale. Venne inaugurata in grande stile il cinque dicembre del 1993, alla presenza dell’allora Presidente Nazionale Leonardo Caprioli, del Comandante del Corpo d’Armata Luigi Manfredi e di altre autorità. Tutti, alpini e simpatizzanti, contribuirono alla costruzione di questo edificio, chi con offerte in denaro, chi con la forza delle proprie braccia, per quella che era vista come una risorsa per l’intero paese. Furono necessarie circa 1400 giornate lavorative. Oggi la sede è divenuta un vero e proprio centro di aggregazione per Barisciano: i suoi spazi ospitano manifestazioni culturali, cene sociali, oltre che gli spettacoli annuali delle scuole. Ma essere alpini significa anche essere solidali. E’ per questo che nel 1995 offrirono il loro sostegno a Franco Mandelli, ematologo di fama internazionale, per la ristrutturazione dell’Istituto di Ematologia dell’Università della Sapienza di Roma: tre milioni e cinquecentomila lire sommate a tante ore di volontariato. Antonello ricorda quei momenti con orgoglio. E per chi vuole, tutti gli anni li troverà a vendere stelle di Natale e uova di Pasqua a finanziare l’Associazione Italiana contro le Leucemie, raccogliendo grazie a questa collaborazione circa 14000 euro l’anno. Oggi il Gruppo Alpini Barisciano conta centottanta penne nere, a cui si aggiungono circa novanta soci provenienti anche da paesi limitrofi. Questo ne fa uno dei più grandi della sezione Abruzzo. Durante i tristi giorni del sisma, gli alpini di Barisciano, prima ancora dei soccorsi della Protezione Civile, lavoravano per offrire pasti caldi ai loro concittadini nelle ore immediatamente successive al sisma, mostrando un forte senso comunitario. Il terremoto significò anche la distruzione degli edifici religiosi: da qui nacque il sogno di una nuova chiesa, quella che sarebbe stata poi ribattezzata con il nome di San Maurizio, patrono degli alpini. Antonello ricorda lo sviluppo di questo progetto come un percorso a ostacoli, ma la solidarietà alla fine ha prevalso. Associazioni, cittadini privati, Comuni, soci, gruppi e sezioni alpine di tutta Italia e penne nere dall’ America, dal Canada e da tutto il mondo hanno contribuito a raggiungere quei quasi duecentomila euro necessari alla costruzione
di San Maurizio. E dopo la chiesa, quest’anno è arrivata la sagrestia (nella foto), inaugurata in occasione dell’Adunata Nazionale, davanti al pubblico dei giovani alpini del Piemonte, che nell’arco di diverse settimane sono scesi lungo lo Stivale per contribuirne alla costruzione. Antonello è capogruppo dal 1991 e da qualche anno è Consigliere Nazionale. “Ma ora che non esiste più la leva obbligatoria” gli chiedo “quale sarà la sorte degli Alpini?”. Egli è consapevole che dovrà esserci una continuità in ciò che lui e molti altri hanno portato avanti in tutto questo tempo. Un obiettivo che come associazione non possono ignorare. Ma Antonello ne è convinto: anche se loro saranno sempre meno con il passare degli anni, il ricordo ed i valori dell’ “alpinità” saranno un testimone affidato ai giovani che in futuro vi crederanno. Parola di alpino. @DiegoRenzi