“Riaprire tutto è pericoloso, siamo nel pieno dell’epidemia. Si rischia una seconda ondata”. Lo dichiara Walter Ricciardi, componente dell’Executive Board dell’Oms e attuale consigliere del Ministero della Salute. “Lo scenario epidemiologico è in miglioramento ma rimane ancora grave. Se fosse un paziente si potrebbe parlare di prognosi riservata. C’è un rallentamento nella crescita dei contagi ma potremo sciogliere la prognosi solo di fronte ad un’inversione della curva epidemica, quando cioè i contagi cominceranno a scendere”, ha spiegato intervenendo sul giornale La Fedeltà.
“Non si capisce come si sia diffusa l’idea che dobbiamo sentirci tranquilli. Auspicavo una discesa più rapida della curva. A Wuhan è andata diversamente, forse perché la loro chiusura è stata più categorica”. Di riaprire, quindi, non se ne parla. Almeno per il momento. E’ troppo pericoloso. In Abruzzo alcuni recenti accadimenti hanno turbato la serenità, finendo per scatenare inevitabili polemiche sulla gestione della crisi. Niente di eclatante ma episodi che hanno gettano ombre sulla capacità, da parte della gente, di attenersi a regole ben precise che consentano di uscire dall’emergenza sanitaria. Misure che, è sempre bene precisarlo, sono valevoli per tutti.
Relativamente ai parametri da adottare per la riapertura, ha così risposto: “Le riassumerei in tre step: testing, tracking, passaporto digitale. Testing significa ampliare i test, non in maniera indiscriminata ma in modo mirato, anzitutto facendo i tamponi molecolari al personale sanitario e delle attività essenziali. Ma per identificare precocemente i casi, e quindi limitare la pericolosità del contagio, dobbiamo sottoporre a tampone i sintomatici anche lievi, anche in presenza di un solo sintomo come tosse secca o qualche linea di febbre. Se un soggetto risulta positivo, tramite un’App sullo smartphone e dopo la sua adesione volontaria, parte il tracciamento (tracking) dei contatti da lui avuti nelle 48 ore precedenti. Queste persone verranno informate, senza ovviamente rivelare l’identità del soggetto positivo per non lederne la privacy, e invitate a mettersi in isolamento e a segnalare precocemente la comparsa di eventuali sintomi. Una task force di esperti sta lavorando su questa procedura che consentirebbe l’avvio di un circolo virtuoso”.