“Mi sembra che ci sia una pressione talmente forte che sembra quasi che siamo in Fase 2 già ora, non si parla di altro”. Ma “attualmente siamo ancora in Fase 1”, quindi “qualsiasi attività che riprenda deve essere fatta nel massimo della sicurezza”. A sottolinearlo è Gianni Rezza, a capo del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), intervenendo durante la trasmissione Agorà su Rai 3.
“C’è un gran parlare di Fase 2, sembra che tutti facciano a gara per dire che le cose vanno meglio e che quindi bisogna passare alla Fase 2”, ha detto Rezza. “Ci rendiamo conto che un Paese non può reggere un lockdown completo per oltre 2-3 mesi. Quindi è chiaro che si parli di riapertura delle attività produttive”, ma “ieri c’erano più di 500 morti ancora e i casi sono ancora tanti”.
Quindi, la riapertura “dovrebbe essere graduale e tenere conto delle misure di distanziamento sociale oltre che della preparazione delle singole aree del Paese”. Ogni riapertura è legata a un rischio e “la politica deve decidere qual è il rischio accettabile”.