
Fina e Paolucci sottolineano che “non è vero quanto Marsilio furbescamente sostiene, che le inefficienze organizzative derivano da un presunto ritardo di autorizzazione dal governo. Gli interventi elencati per il presidio ospedaliero dell’Aquila, quindi a beneficio di quelle aree interne drammaticamente travolte dalla seconda ondata, hanno il costo gestibile di circa quattro milioni di euro. La Regione, invece, è stata impegnata solo su altri territori, non è stata capace di usufruire dei fondi delle donazioni, si è dedicata a predisporre strumenti dalla dubbia efficacia, per importi ben maggiori, per altri settori”.
“Allo stesso modo si è deciso di ignorare la necessità di assumere altro personale. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: Abruzzo spaccato a metà, con una parte impreparata, e colpita. Le responsabilità sono evidenti, e sono politiche: di chi non ha voluto ascoltare indicazioni e richieste che non arrivavano solo dal piano Covid nazionale, ma anche dai manager di riferimento. Altro che polemiche dell’opposizione”, concludono Fina e Paolucci.