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Regione Abruzzo, i sindacati: “è caos riorganizzazione, nessun confronto con noi”

Luca Marrone di Luca Marrone
22 Febbraio 2023
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Pescara. “La Giunta regionale d’Abruzzo, in piena violazione delle norme contrattuali e della Legge regionale 77/99, adotta atti di riorganizzazione dei Dipartimenti e mette in cantiere la Legge istitutiva dell’Agenzia regionale per il Lavoro senza informare le Confederazioni CGIL, CISL, UIL e prima di aver concluso il confronto con le Federazioni di categoria e la RSU che rappresentano i dipendenti dell’Ente. Provvedimenti frettolosi e superficiali che mettono a rischio l’operatività di numerosi Servizi ed Uffici della Giunta regionale, le attività di programmazione, la gestione dei fondi europei e nazionali, le politiche di coesione, il PNRR, lo sviluppo delle aree interne, i percorsi di confronto in atto nei tavoli di partenariato con le parte sociali, omettendo di adottare scelte invece strategiche quali ad esempio quelli relativi al Sistema integrato educativo 0/6″. Lo affermano in una nota la FP-CGIL, la CISL-FP, la UILFPL e la FEDIRETS regionali.

“Si mette in cantiere l’idea di esternalizzare i Centri per l’impiego – osservano le quattro sigle – e per farlo si prepara una Bozza di Legge evidentemente scritta con il “copia ed incolla”, piena di ripetizioni, errori e soprattutto carenze. Il mancato rispetto delle prerogative sindacali di categoria e della RSU costituisce un atto gravissimo che lede, oltre che le rappresentanze sindacali, anche le lavoratrici ed i lavoratori interessati dai provvedimenti che non hanno avuto modo di esprimere le loro proposte, osservazioni, emendamenti”.

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“La mancata informativa alle Confederazioni in piena violazione degli art. 31, comma 2 della Legge regionale 77/99 – aggiungono – crea un ulteriore vulnus nella relazione con questa Amministrazione regionale che sistematicamente viola le corrette relazioni sindacali per quanto riguarda la riorganizzazione (ormai l’ennesima) dell’Amministrazione Regionale sia in tema di esternalizzazione di servizi sensibili all’utenza. Ancora una volta la fretta è la scusa per evitare qualsiasi confronto nonostante ormai siano diverse le riforme attuate in un andirivieni di Servizi spostati qua e là e creazioni di strutture la cui giustificazione non trova riscontro in una maggiore efficienza della macchina amministrativa bensì ad esigenze politiche non sempre comprensibili”.

“Sarebbe stato invece opportuno – proseguono i sindacati – capire finalmente quali politiche per personale, quali politiche per il lavoro, quali politiche per l’infanzia, quale idea per la Cultura, qual è il Progetto Politico che sta dietro questo continuo spezzettamento e ad una idea di esternalizzazione di servizi di cui i Centri per l’impiego sono solo l’inizio. Basti pensare alle Biblioteche, abbandonate e senza personale ed a perenne rischio chiusura, si ha l’impressione che sia un atto voluto per giustificare l’esternalizzazione della gestione pure di quest’ultime”.

“Il rifiuto della Giunta Regionale ad un confronto vero con le OO.SS. Confederali e di categoria – sottolineano ancora le quattro sigle – ha dapprima impedito una nostra valutazione approfondita del potenziale impatto delle misure da adottare e poi, vista l’intervenuta adozione di specifiche DGR, la possibilità di esprimere osservazioni e proposte su temi fondamentali per i lavoratori e le lavoratrici della Giunta regionale e per i cittadini abruzzesi”.

“Siamo al fianco delle nostre Federazioni di categoria e sosteniamo la dichiarazione di Stato di agitazione, che riguarda pure la Dirigenza, votato all’unanimità il 20 febbraio nel corso della partecipata assemblea dei dipendenti regionali. Adotteremo congiuntamente tutte le azioni sindacali per porre fine a questo modus operandi e, soprattutto – concludono – per cambiare i provvedimenti che non riteniamo utili e giusti per le lavoratrici ed i lavoratori ed ancora prima per la nostra Regione”.

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