L’Aquila. Fino a pochi giorni fa si poteva parlare di semplice gelo tra Forza Italia e Fratelli d’Italia, senza enfatizzare o sminuire i delicati rapporti che intercorrono tra i due partiti della coalizione di centrodestra. A distanza di qualche giorno, però, il gelo si è trasformato in aperta acredine. E il vertice di palazzo Grazioli, tra gli esponenti abruzzesi di Fi e il loro leader Berlusconi, non ha fatto altro che rendere ancora più netta la spaccatura tra i due schieramenti.
Non più tardi di due giorni fa, l’esponente di Fdi Giandonato Morra, nel prendere parte a un evento ad Avezzano per la presentazione del candidato consigliere Walter Di Bastiano, ha usato parole dirette e inequivocabili: “sentire i nostri alleati dire che i tre nomi da noi proposti non sono capaci e porterebbero alla sconfitta è offensivo. A loro dico che non ci toglieranno la candidatura e li invito a stare attenti. Molti nomi che si affacciano in contrasto a noi non sono degni di guardarci negli occhi”.
Concetto ribadito anche a Pescara nella conferenza per presentare l’adesione di Benigno D’Orazio: “Il tavolo nazionale sta comunque per riunirsi e così chiuderemo questa querelle anche perché qualche alleato credo che stia giocando più a tressette a perdere, e non a parlare di un programma, di un candidato condiviso, e a lavorare per quello che l’Abruzzo di centrodestra vuole: ritornate al governo di questa regione”.
Messaggio recepito da Forza Italia che, però, di lasciare la scelta del candidato presidente a Fratelli d’Italia non ne vuole sapere. Concetto, questo, ribadito a gran voce dall’onorevole Antonio Martino e dal senatore Nazario Pagano che, assieme ai quattro consiglieri regionali Paolo Gatti, Emilio Iampieri, Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri, nonché i sindaci di Cheti, Umberto Di Primio, di Avezzano, Gabriele De Angelis, e di San Salvo, Tiziana Magnacca, ha chiesto a Silvio Berlusconi di cambiare le carte in tavola e dare loro la scelta del candidato presidente.
L’elettorato di centrodestra, però, inizia a manifestare apertamente il proprio dissenso.Basta farsi un giro sui principali social network per rendersene conto. Fra le tante cose che vengono contestate, oltre a interessi personali a scapito dell’unità interna alla coalizione, c’è l’ostacolo rappresentato dai mesi più freddi dell’anno – dicembre e gennaio – in cui la campagna elettorale troverà la sua massima espressione. In molti, infatti, si chiedono come sarà possibile svolgerla in maniera efficace con i cittadini distratti dalle vacanze natalizie, dalle attività familiari e dalle condizioni climatiche avverse che non hanno mai risparmiato l’Abruzzo in questi due mesi.