L’Aquila. “Il candidato del centrodestra in Abruzzo finora è venuto solo a farci le vacanze. Sarà pure un buon politico, ma laziale, non vedo che valore aggiunto potrà portare all’amministrazione della Regione”.
Così il consigliere regionale del Centro Democratico Maurizio Di Nicola, presentando all’Aquila il gruppo di +Europa, ha parlato del senatore di Fratelli d’Italia Marco Marsilio, candidato presidente alla regione Abruzzo del centrodestra.
Di Nicola, presidente della Commissione Bilancio nella maggioranza di centrosinistra alla Regione Abruzzo, sarà candidato alle regionali del 10 febbraio 2019 nella coalizione di centrosinistra guidata dall’ex vice presidente del Csm Giovanni Legnini, con la lista +Abruzzo, declinazione regionale di +Europa, partito politico formato dai Radicali Italiani, dal movimento Forza Europa e da Centro Democratico, lanciato nel novembre 2017 con la parlamentare Emma Bonino.
Lista a cui dovrebbero aderire anche l’assessore regionale uscente al Turismo, Giorgio D’Ignazio, eletto con il Nuovo centro destra Ppi confluito nella civica dell’ex ministro della sanità Beatrice Lorenzin, passando nella maggioranza di centrosinistra; il vicepresidente del consiglio regionale Lucrezio Paolini, dell’Italia dei Valori, e Alessio Monaco, consigliere regionale di Regione Facile.
Accanto a Di Nicola in conferenza stampa c’erano i membri del coordinamento provinciale, anche loro probabilmente candidati: Elisabetta Vicini, consigliere di opposizione all’Aquila, eletta con i Democratici Socialisti per L’Aquila e presidente della quinta commissione Garanzia e controllo; Stefano Iulianella, sindaco di Pescina (L’Aquila), di cui è stato sindaco Di Nicola; Giuliano Di Nicola, ex consigliere comunale dell’Aquila, e Paola Federici, vice presidente dell’associazione centri sportivi italiani (Acsi) dell’Aquila.
“Destra e sinistra sono concetti superati – ha spiegato Di Nicola – la vera dicotomia oggi è tra sovranismo ed europeismo, tra società aperta e società chiusa. Noi siamo convinti europeisti, vogliano gli Stati Uniti d’Europa, con un bilancio unico, ancor più coesa. Bisogna far comprendere che l’Italia da sola non può farcela, in scenari di competizione economica globale, e che l’Europa non è solo uno spazio di mercato, ma di cultura e civiltà”.