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Recuperate 37 opere d’arte dai carabinieri, alcune di queste erano state rubate da chiese aquilane

Giorgia D'Ascanio di Giorgia D'Ascanio
25 Ottobre 2018
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L’Aquila. Nella mattinata odierna, alle ore 10,30,in L’Aquila, nella Sala Ipogea del Consiglio Regionale dell’Abruzzo, il Comandante della Legione Carabinieri “Abruzzo e Molise”, Generale di Brigata Carlo Cerrina, la dottoressa Maria Vittoria Clarelli, in qualità di Direttore Generale f.f.  Archeologia, delle Belle Arti e Paesaggio del Ministero per i Beni Culturali ed il personale del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, alla presenza del Presidente della Corte d’Appello di L’Aquila, dottoressa Franca Bandera, del Prefetto di L’Aquila, dottor Giuseppe Linardi, del Presidente del Consiglio Regionale di L’Aquila, dott. Giuseppe Di Pancrazio, della dott.ssa Simonetta Ciccarelli, Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di L’Aquila, del Questore di L’Aquila, dott. Orazio D’Anna, del Comandante Provinciale Carabinieri di L’Aquila, Col. Nazareno Santantonio e dei sindaci di l’Aquila, Capestrano e Scoppito, nonché  di  altre autorità civili, militari e religiose, hanno proceduto  alla restituzione in favore delle comunità di Scoppito e Capestrano di n. 5 opere d’arte, asportate  nelle rispettive parrocchie nel post- sisma 2009 e recentemente recuperate.

Nel corso della cerimonia sono state illustrate l’importanza storica ed artistica delle opere esposte e le modalità del loro recupero. E’ stata anche sottolineata l’importanza, da parte dei cittadini, di consultare  attraverso il sito www.carabinieri.it, da apposita app, la banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti del Comando Tutela Patrimonio Culturale. Tale app, inoltre,  consente al cittadino di inserire nella citata banca dati i propri beni di pregio fornendo una descrizione ed immagini fotografiche degli stessi. L’attività investigativa, che ha consentito oggi la restituzione delle opere d’arte,  ha riguardato un’indagine ben più ampia condotta dai  Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC),  che in esecuzione di un decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Salerno,  hanno sequestrato 37 opere d’arte di epoca compresa tra il XVI e XX sec., tra cui spiccano per importanza 5 pale d’altare sottratte da due chiese della provincia de L’Aquila, chiuse al culto perché dichiarate inagibili a seguito del sisma del 2009 ed un dipinto attribuito al Maestro Guido Reni. Il gruppo criminale, effettuava furti di pregevoli opere d’arte che poi andavano ad arricchire l’arredo di alcune ville di lusso della costiera amalfitana, accrescendo il loro fascino per i turisti stranieri, che ne beneficiavano nei loro soggiorni di vacanza.

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L’operazione, avviata a settembre 2017, s’inquadra nel novero delle attività preventive e repressive attuate dal Comando TPC e, in particolare, in quelle info-operative svolte sul mercato clandestino di beni d’arte, che hanno permesso di acquisire elementi su imprenditori che avevano, nella loro disponibilità, numerosi beni di natura antiquariale di probabile provenienza furtiva. Gli ulteriori approfondimenti investigativi, coordinati della Procura della Repubblica di Salerno, hanno consentito di identificare sia personaggi dediti alla ricettazione di opere d’arte antica, sia collezionisti, pronti ad acquistare beni culturali senza verificarne, pur di ampliare la loro raccolta, la lecita provenienza. Le successive perquisizioni e la comparazione delle immagini dei beni rinvenuti con quelli censiti nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando TPC, hanno confermato la corrispondenza di 37 opere, permettendo di risalire a 16 furti perpetrati, negli ultimi 20 anni, in varie province italiane e di denunciare a piede libero 3 persone.

Questo importante recupero consentirà, a breve, di rendere nuovamente fruibile al pubblico opere d’arte di inestimabile valore storico, artistico e devozionale, tra cui si evidenziano, per importanza, le cinque pale d’altare risalenti al XVII-XVIII sec., sottratte in data antecedente al dicembre 2012, dalle Chiese di San Nicola a Capestrano (AQ) e San Giacomo Apostolo a Scoppito (AQ), due tavole del XVI sec., parte del polittico della Chiesa di “San Rocco” di Formia (LT) dell’artista Gerolamo Stabile e il dipinto, raffigurante “Cristo che prega nell’orto” attribuito al pittore bolognese Guido Reni, sottratto nell’agosto del 2012 a una famiglia nobiliare napoletana.

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