L’Aquila. Vola l’industria farmaceutica italiana, segnando nel 2022 una crescita dell’export del 43%. Ma c’è anche un record nel record: in questo contesto positivo spicca, infatti, la realtà dell’Abruzzo che, in termini di produttività, batte la Germania. Tuttavia, le criticità ci sono, a partire dal taglio degli investimenti, ed il settore chiede un cambio di marcia. Occasione per fotografare lo stato di salute della farmaceutica italiana è l’evento itinerante di Farmindustria, il ‘roadshow’ nelle regioni italiane, che ha fatto tappa in Abruzzo per l’incontro ‘Innovazione e produzione di valore’ organizzato all’Aquila nella sede della Dompé Farmaceutici, realtà che quest’anno festeggia 30 anni di presenza nella Regione.
“Con 47,6 miliardi di euro di export e 49 di produzione nel 2022”, afferma il presidente di Farmindustria Marcello Cattani, “l’industria farmaceutica italiana si conferma leader in Europa. Nel 2022 l’export è infatti cresciuto del +43% con un saldo estero di oltre 9 miliardi, soprattutto per l’incremento delle produzioni di medicinali contro il covid 19”. Quanto al 2023, “è probabile” avverte “che non confermerà gli stessi livelli e i dati dell’anno in corso siano più in linea con quelli storici. Tuttavia i dati del primo trimestre confermano che la farmaceutica traina la produzione industriale, grazie a una crescita dell’export ancora molto buona”.
Tra tutte, spicca la realtà dell’Abruzzo. Grazie alla “qualità delle risorse umane e agli elevatissimi investimenti delle imprese (60 milioni di euro circa in ricerca e sviluppo farmaceutico) in Abruzzo la produttività del lavoro della farmaceutica è superiore a quella di Paesi come Germania, Francia o Spagna”, sottolinea la vicepresidente di Farmindustria, Lucia Aleotti. Un dato su tutti: l’export regionale nel 2022 è stato pari ad oltre 800 milioni di euro, con una crescita del 172% negli ultimi cinque anni.
Positivo anche il giudizio del ministro dell’Università e Ricerca Anna Maria Bernini, secondo la quale siamo grandi in Europa e nel mondo grazie ad un’industria farmaceutica che cresce continuamente. Una nuova spinta arriverà inoltre dal Pnrr, che prevede 11 miliardi per la ricerca. “Questa sarà la condizione preliminare”, ha detto Bernini, “per dare un booster di crescita e di innovazione non solamente alle nostre università ma anche alle nostre imprese, che ormai vanno di pari passo.”