Pescocostanzo. Il Sacrario Nazionale Mauriziano d’Italia a Pescocostanzo d’Abruzzo, curato dalla Fondazione Mauriziana dal 1994, presieduta da Franco Donatelli, oggi risulta essere un meraviglioso scrigno immerso nel Parco Nazionale della Maiella, visitato sempre più da numerosi alpinisti e pellegrini devoti al Santo Martire Maurizio. Un luogo questo, di preghiera e di fede ideale per quanti effettuano escursioni sul monte Rotella o tra le faggete del Carpineto, una località ricca di storia, di arte e di cultura alpina, tutta immersa tra le bellezze del creato. Non solo un ambiente di culto, ma anche di meditazione e di riflessione. Il Sacrario nasce da una ideazione progettuale di Sergio Paolo Sciullo della Rocca di Sulmona, emigrante a Welsberg in Sudtirol, più volte Ministro Regionale dell’Ordine Francescano Secolare e presidente della Libera Associazione Abruzzesi del Trentino Alto Adige che è stato il fondatore della Fondazione Mauriziana e di varie altre benemerite associazioni culturali di spirito mauriziano. Per la realizzazione concreta di questa opera si è avvalso della collaborazione di emigranti abruzzesi che ne hanno condiviso il pensiero e l’azione.
Remo Casciato di Pescocostanzo, muratore di pietra, già emigrante a Uster in Svizzera; Vittorio Ciotola di Pescocostanzo, muratore di pietra, già emigrante a Uster e Zurigo in Svizzera; Errico Bigante di Pescocostanzo, corriere e archivista, emigrante in Italia fuori Regione a Falconara in Provincia di Ancona; Giulio Di Padova di Pescocostanzo, muratore e maestro scalpellino, già emigrante a Uster in Svizzera; Mauro Di Giovanni di Pescocostanzo, operatore di macchine per movimento terra, già emigrante a Brantford in Ontario, Canada; Gian Piero Gigliozzi di Lucoli, maestro scultore, emigrante a Parigi, dove si distinse nell’insegnamento privato dell’anatomia figurativa, giova ricordare che il nonno Giovanni ebbe la commissione degli stampi artistici e di molti stucchi decorativi da esterno del complesso LAFAYETTE; Carlo Casciato di Pescocostanzo, muratore e maestro scalpellino, già emigrante a Uster in Svizzera; Vincenzo Trinchini di San Benedetto dei Marsi, incisore e scultore, già emigrante a Barquisimento e Caracas in Venezuela. Emigranti abruzzesi che meritano di essere ricordati per avere lavorato nello spirito della gratuità, senza limiti di orario e per avere reso ancora una volta onore all’Italia, con una opera che oggi è meta di fede e di cultura. E’ stato poi chiesto a Sciullo della Rocca le motivazioni che spingono escursionisti e pellegrini a visitare questo luogo, e lui nella sua semplicità di vecchio alpino, ha così risposto: “Il Sacrario Nazionale Mauriziano e il Monte Rotella sono luoghi vocati alla spiritualità mauriziana, luoghi che hanno un suo – Genius Loci – tanto da rivelarsi per i frequentatori una autentica clinica dello spirito”.