L’Aquila. La Fondazione Migrantes ha presentato oggi il Rapporto Italiani nel Mondo 2013, arricchito da un bel filmato del regista Marco Matteo Donat Catten.
Mons. Francesco Montenegro, Vescovo di Agrigento e Presidente della Migrantes e della Commissione CEI per le Migrazioni, apre i lavori col pensiero rivolto alla ennesima tragedia dei migranti africani a Lampedusa e ricordando le oltre 23 guerre presenti nel mondo, sino alla gravissima situazione della Siria e sottolineando con forza come il valore della fraternità umana e del dialogo che realizza la “convivialità delle differenze”, sia essenziale in un mondo globalizzato. Cita le amare parole di Papa Francesco (migrante tra i migranti) durante la sua visita nell’isola, “Ma questi morti chi li piange?”. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si è reso presente attraverso un articolato Messaggio in cui auspica che la migrazione sia sempre scelta e non un obbligo.
In Abruzzo sono 74.939 i cittadini stranieri e hanno un’incidenza sulla popolazione pari al 5,7%, inferiore alla media nazionale. L’Aquila e Teramo sono le due provincie con il maggior numero di residenti stranieri (42.199). I dati, relativi a tutte le regioni italiane, si riferiscono al 23esimo rapporto sull’immigrazione presentato stamani a Roma dalla fondazione Migrantes e di Caritas Italia, alla presenza del minsitro Kyenge. A livello regionale le collettivita’ immigrate sono formate soprattutto da romeni, albanesi, marocchini e cinesi. Sono oltre 72.000 i lavoratori nati all’estero occupati nell’economia abruzzese, mentre le imprese straniere sono circa 12.300. Si tratta, per lo piu’, di cittadini provenienti dalla Romania, dall’Albania, dalla Svizzera, dal Marocco e dalla Cina. Anche la scuola abruzzese e’ sempre piu’ frequentata da alunni stranieri che hanno superato i 13.000 nell’anno scolastico 2012/2013. Stando al rapporto le previsioni sulla composizione demografica dell’Abruzzo nei prossimi vent’anni dicono che le dinamiche migratorie continueranno a incrementare la popolazione regionale, soprattutto quella nella fascia di eta’ dei 15-64 anni (www.integrazionemigranti.gov.it/Normativa/Documents/Abruzzo). Cio’ significa che si continuera’ ad avere una rilevante presenza di uomini e donne in eta’ lavorativa che dovranno essere accolti e inseriti attraverso mirate politiche formative nel mercato occupazionale. Per questo l’approfondimento regionale e’ stato dedicato al tema del lavoro e della formazione professionale, senza prescindere al contempo dal grave tema dello sfruttamento in cui versano tanti migranti in Abruzzo. In quest’ultimo triennio la crisi economica ha prodotto un significativo ridimensionamento dei livelli occupazionali e le criticita’ che il mercato del lavoro italiano si trova a dover fronteggiare interessano ormai anche la componente straniera, tradizionalmente attestata su maggiori livelli occupazionali rispetto alla forza lavoro italiana. Alla fine del 2012, le imprese straniere presenti in Abruzzo – si legge ancora nel rapporto – sono in totale 12.363 con un tasso di crescita del 3,5%, un saldo in attivo di 425 nuove imprese e con un peso in termini percentuali dell’8,2% sul totale delle imprese presenti in regione (Unioncamere-InfoCamere, Movimprese). Teramo e’ la provincia in sui insistono piu’ imprese (4.068), ma Pescara e Chieti registrano una crescita maggiore alla media regionale (rispettivamente, 6,3% e 4,5%). Quanto invece ai lavoratori occupati, e alla distribuzione per provincia e ambito, se Teramo registra una propensione degli stranieri all’occupazione nel settore industriale, delle costruzioni, della manifattura e dell’agricoltura, Pescara si distingue per i servizi e l’assistenza familiare, Chieti per l’industria e l’Aquila sia per l’agricoltura che per le costruzioni. La situazione socio-lavorativa e la presenza degli immigrati a Chieti e’ stata, nel corso del 2013, oggetto d’indagine all’interno del progetto dal titolo Integrarsi-Chieti (Unioncamere-InfoCamere, Movimprese). I risultati dicono che i contratti a tempo indeterminato, nonostante la crescente precarizzazione della condizione lavorativa regionale, sono ancora ampiamente applicati nel territorio, in particolare nei settori dell’industria e dell’edilizia. Nella provincia di Chieti, dunque, in cui si concentra il 24,1% degli stranieri residenti in Abruzzo, la situazione appare piu’ positiva e i dati a disposizione permettono di affermare che il fenomeno migratorio presenta un flusso piu’ maturo e stabile.