L’Aquila. “Il nuovo rapporto GIMBE ci consegna un quadro impietoso e profondamente allarmante dello stato di salute del Servizio Sanitario regionale e nazionale. Anni di definanziamento, scelte sbagliate e incapacità di programmazione stanno smantellando progressivamente un sistema pubblico nato per garantire un diritto costituzionale in Abruzzo e in Italia: quello alla tutela della salute.
E il prezzo più alto lo stanno pagando i cittadini, costretti ad affrontare liste d’attesa interminabili, a rivolgersi al privato o addirittura a rinunciare a una o più prestazioni sanitarie, si tratta di 160.000 cittadini e cittadine. I dati regionali sono ormai allarmi: siamo la seconda regione d’Italia, con il 12.5 per cento di pazienti che abbandona le cure; restiamo inadempienti per i Livelli essenziali di assistenza; abbiamo potenti ritardi sulle case di comunità. Uno sfacelo certificato e di filiera, con il governo nazionale che negli ultimi tre anni ha tagliato 13 miliardi a un settore che andrebbe invece potenziato e quello regionale che ha tassato la comunità, a breve il secondo aumento disposto da Marsilio per coprire il deficit sanità ”, dichiarano il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Silvio Paolucci e il segretario regionale del PD Daniele Marinelli.
“Il rapporto della Fondazione certifica, tra le altre cose, il crollo della spesa sanitaria pubblica, che nel 2024 in Italia si ferma al 6,3% del PIL, ben al di sotto della media OCSE – sottolineano gli esponenti PD analizzando il report della Fondazione – e il drammatico aumento della spesa sanitaria a carico delle famiglie, con oltre 5,8 milioni di persone che hanno rinunciato a prestazioni sanitarie, in Abruzzo la cifra passa da 120.000 (eravamo al 9,6 per cento) a 160.000, siamo la seconda regione d’Italia in cui ciò accade. Una situazione aggravata da una governance regionale incapace di affrontare le criticità strutturali del nostro sistema sanitario, con la mobilità passiva che continua a crescere, i Livelli Essenziali di Assistenza insufficienti e la fuga del personale sanitario, ormai siamo di fronte a un’emergenza. Tra i dati più preoccupanti segnalati da GIMBE figura anche l’inaccettabile ritardo nell’attuazione delle riforme territoriali previste dal PNRR da noi spesso denunciata: al 30 giugno 2025 solo il 4,4% delle Case della Comunità in Italia risulta effettivamente attivo con personale e servizi, l’Abruzzo ne dichiara 42 programmati, ma nessuno attivo. Siamo, poi, fra le Regioni fanalino di coda anche nell’adozione del Fascicolo Sanitario Elettronico, con un tasso di adesione fermo all’1%. Sono numeri che parlano da soli e che dimostrano l’incapacità della giunta Marsilio di tradurre le risorse in servizi concreti per i cittadini.
Serve un cambio di passo radicale, che parta da un piano straordinario di rifinanziamento del sistema sanitario pubblico e da una vera programmazione regionale capace di investire su personale, strutture, medicina territoriale e digitalizzazione. La salute non può più essere trattata come una voce di spesa da comprimere, ma come un investimento strategico per il futuro del Paese e della nostra regione. Le azioni proposte sono chiaramente inefficaci: non possiamo accettare che la qualità dell’assistenza dipenda dal codice di avviamento postale. Servono atti concreti e immediati per garantire a tutte e tutti gli abruzzesi il diritto universale alla cura sancito dalla Costituzione”.