L’Aquila. Al via la raffica di scioperi generali indetti dalla Cgil e dalla Uil contro la manovra del governo Meloni.
Per l’intera giornata riguarderanno undici regioni italiane e interesseranno tutti i settori, dalla sanità alle banche. Particolari disagi sono attesi per i trasporti pubblici locali, con lo stop di autobus, metro e treni che rischiano di mandare in tilt soprattutto le grandi città, a partire da Roma, Milano e Napoli.
Le fasce orarie delle astensioni dal lavoro variano da regione a regione. Quelle interessate sono Alto Adige, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli, Liguria, Lombardia, Molise, Sardegna, Toscana e Lazio.
Al momento non si hanno segnalazioni di particolari situazioni critiche.
In particolare a Roma lo sciopero dei trasporti coinvolgerà l’intera rete tra le 20 e la mezzanotte, mentre a Milano il personale Atm sciopererà tra le 18 e le 22. Sempre in Lombardia dalle ore 9 alle ore 13 è indetto anche uno sciopero del personale di Trenord. In Campania lo stop sarà tra le 9 e le 13, in Toscana il trasporto pubblico locale sarà fermo per quattro ore, ma con orari diversi in ogni città. A Firenze l’agitazione inizierà dalle 18 alle 22. Nella capitale previste anche una manifestazione indetta da Cgil e Uil e la protesta dei pensionati dello Spi Cgil.
Il Pd Abruzzo
“Il Partito Democratico abruzzese sostiene le mobilitazioni contro i provvedimenti economici del governo dei sindacati che ieri con la Cgil, alla cui manifestazione abbiamo preso parte con i nostri rappresentanti istituzionali, e oggi con la Uil, hanno organizzato importanti presidi a Pescara”: lo dichiarano Michele Fina e Daniele Marinelli, rispettivamente segretario e responsabile Economia del Pd Abruzzo.
Per Fina e Marinelli “Cgil e Uil ci ricordano quanto l’esordio del governo nell’iniziativa economica sia profondamente negativo, in particolar modo per il Mezzogiorno e per la nostra regione. Invece di contrastarle si alimentano le diseguaglianze tra persone e territori ed è palese la mancata attenzione agli investimenti in settori strategici, da cui dipende direttamente la qualità della coesione sociale, come la scuola e la sanità. Un approccio che preoccupa e che rischia di configurarsi come la premessa di ciò che si punta ad attuare attraverso la cosiddetta autonomia differenziata: noi ci batteremo contro quella che è una visione che punta alla secessione del Paese, a dare ai ricchi togliendo a chi è già fragile e svantaggiato”.