L’Aquila. Offrire un quadro aggiornato, a medici ospedalieri e di base, sui trattamenti della radiologia interventistica e sulla crescente possibilità di applicazione alle diverse patologie. E’ l’obiettivo del corso di formazione, in programma sabato prossimo primo dicembre all’ospedale di L’Aquila, promosso dai responsabili della radiologia interventistica della struttura sanitaria pubblica. L’iniziativa nasce dalle necessità di mettere al corrente, sia i medici di famiglia sia quelli che lavorano nei reparti ospedalieri, delle continue novità che contrassegnano il campo di intervento della disciplina.
E come laboratorio formativo, riservato a tutti gli operatori del settore della provincia, è stato scelto, non a caso, l’ospedale aquilano: soprattutto nel trattamento dei tumori all’osso, ha conquistato una posizione di assoluta rilevanza a livello nazionale, essendo uno dei pochissimi in grado di effettuare, nelle specifiche problematiche, prestazioni che coprono ogni tipo di esigenza. Tra i 600 trattamenti per patologie dell’osso, soprattutto tumori, sistema nervoso e vasi, praticati ogni anno al San Salvatore, un’ampia quota riguarda pazienti provenienti da altre regioni d’Italia, secondo una stima pari al 20 per cento.
A questo tipo di complessi interventi si aggiungono altri 5mila compiuti con infiltrazioni ecoguidate, tramite Tac e Risonanza magnetica, con procedure mininvasive che si estendono anche a fegato ed encefalo e per patologie vascolari. L’appuntamento di sabato prossimo, a cui è prevista la partecipazione di numerosi operatori sanitari, è stato promosso dal professor Carlo Masciocchi, direttore della radiologia universitaria, affiancato dagli specialisti Luigi Zugaro e Aldo Giordano, rispettivamente responsabile della radiologia d’urgenza ed interventistica.
“L’obiettivo”,spiega Masciocchi, “è non solo dare la possibilità agli addetti ai lavori di conoscere le sempre maggiori opportunità di intervento della radiologia interventistica, ma anche di fare in modo che la gestione del paziente e delle relative patologie sia la più appropriata possibile, per assicurare trattamenti più efficaci al malato”.