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Quinto Re 2016: il nuovo merlot di Gualdo del Re

Franco Santini di Franco Santini
20 Novembre 2019
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Degli esclusivi e ricercati merlot di Nico e Teresa Rossi, anima e cuore dell’azienda Gualdo del Re a Suvereto, in Val di Cornia, si è parlato in occasione della presentazione del  progetto ‘ f ’ . Quello che lo scorso anno è stato un unicum, un esperimento voluto per tracciare un solco e cambiare marcia (portandosi dietro un importante processo di restyiling di tutte le etichette, oggi curatissime, e un nuovo approccio alla comunicazione), oggi si è trasformato in un progetto di vino che avrà continuità produttiva e che ambisce a diventare la nuova etichetta di riferimento dell’azienda.

Il nuovo vino si chiama Quinto Re, a ricordare l’impegno e la passione della quinta generazione di famiglia, e nasce come “figlio” naturale del progetto ‘ f ’ : da esso, infatti, eredita la mano enologica – sempre della “regina del merlot”, Barbara Tamburini – e il vigneto di provenienza, una parcella selezionata negli anni e capace di esprimersi con parametri analitici qualitativi superiori a tutte le altre.

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Alzare l’asticella e proporre un merlot di grande eleganza e carattere è l’idea alla base del Quinto Re, che sarà prodotto in tiratura limitata solo nelle migliori annate, quando la qualità delle uve sarà ritenuta idonea. Il vigneto in questione è allevato a guyot e cordone speronato, a 100 metri circa sul livello del mare, su terreni che sono un misto di argilla, sabia e ciottoli, con una densità di impianto di 6500 ceppi per ettaro e una resa molto bassa, di appena 40 quintali per ettaro.

La prima annata prodotta è la 2016, che entrerà ufficialmente in commercio dal 1 gennaio 2020.

Abbiamo avuto il piacere di provarla in anteprima, ricavandone sensazioni molto positive. A colpire è innanzi tutto la purissima ed elegante espressione del frutto. Se questa è una cosa che in qualche modo ci si può aspettare da un merlot ben fatto, senz’altro meno comune è invece il grande equilibrio, che si traduce in una bevuta sempre piacevole e rilassata, assai lontana da alcune concentrazioni e alcune sovrastrutture che ingessano tanti vini della stessa tipologia. E’ un vino, quindi, trasversale e “accomodante”, di comoda lettura, ma con una senso di misura e una piacevolezza che non sconfinano mai nella “caricatura”. Un vino capace di coniugare struttura e freschezza, e che per questa sua caratteristica può risultare un perfetto compagno anche a tutto pasto, per chi vuole concedersi il piacere di una bevuta raffinata.

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