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Quintana vince la tappa abruzzese del Blockhaus, ‘una vittoria per Scarponi e Pantani’

Redazione Centrale di Redazione Centrale
14 Maggio 2017
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Chieti. ­ Nairo Quintana ha vinto per distacco la 9/a tappa del 100/o Giro d’Italia di ciclismo, da Montenero di Bisaccia (Campobasso) al Blockhaus (Chieti), lunga 149 chilometri. Il colombiano della Movistar ha conquistato anche la maglia rosa, che era del lussemburghese Bob Jungels. Vincenzo Nibali è rimasto staccato a 4,7 chilometri dal traguardo, dopo i ripetuti attacchi del sudamericano.Alle spalle di Quintana si è piazzato il francese Thibaut Pinot, in ritardo di 23″; terzo l’olandese Tom Dumoulin, con lo stesso tempo. Quarto l’altro olandese Bauke Mollema, a 40″, quinto Vincenzo Nibali, a quasi un minuto e sesto Domenico Pozzovivo, a 1’17”. L’ormai ex maglia Bob Jungels si è piazzato intorno alla 15/a posizione, con un distacco di 3’28”. Male Geraint Thomas, arrivato a oltre 5′ da Quintana.

Una vittoria per la Colombia, per Scarponi e per Pantani. Una vittoria per la ‘rosa’, che sa tanto d’impresa, giunta al termine di una tappa pirotecnica, ricca di colpi di scena e di attacchi, fortemente caratterizzata dall’agile forza di uno scalatore che quest’anno ha deciso di scolpire il proprio nome nella storia del ciclismo. Nairo Quintana ha infatti in programma l’assalto al Giro d’Italia, già vinto nel 2014, e al Tour de France, mai suo. Una grande ambizione, un ‘doblete’ che avrebbe del sensazionale e che l’ultima volta riuscì a un certo Marco Pantani, 19 anni fa. “Eravamo focalizzati sulla tappa, la ‘mia’ squadra ha lavorato tutto il giorno, i corridori erano molto motivati, volevamo vincere assolutamente ­ sottolinea la neomaglia rosa venuta dalle Ande ­. Sono molto contento di avere guadagnato secondi. Sapevo che era importante staccare gli avversari, ci ho provato e, dopo esserci riuscito, sono andato a tutta, sperando di guadagnare il più possibile sui rivali”. “Ho avvertito buone sensazioni, ma devo ringraziare la squadra, che mi ha portato qui, mettendomi al riparo da ogni rischio. Ho ringraziato la mia bici, perché è una compagna di viaggio, lo strumento che ci mette tutti insieme: corridori, meccanici, massaggiatori. Bello questo rapporto con i tifosi, lo voglio curare come faceva Marco Pantani. Un grande saluto a tutti i miei fan in Colombia, negli altri paesi sudamericani e specialmente a Michele Scarponi, alla sua famiglia, alla moglie: era una brava persona, davvero simpatica.

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Pantani è stato il migliore scalatore al mondo, la gente era felice quando lui scattava e io posso dire di essermi ispirato a lui”. Tanti gli sconfitti di giornata. Uno su tutti: Geraint Thomas, più che battuto abbattuto da una moto della polizia che sostava sul bordo sinistro della carreggiata. Lo Skyman nutriva ambizioni di successo a Milano e invece ha rimediato un distacco enorme, dopo essere finito sull’asfalto. “Ridicolo cadere in quel modo ­ le parole del britannico ­, è stato qualcosa che non doveva proprio accadere in una corsa di questo livello. Sulla salita mi sono sentito bene, ma ero caduto, dunque non contava più niente. Per me la classifica del Giro ‘is game over'”. Ko anche Vincenzo Nibali, che ha cercato di resistere una, due, tre volte a Quintana, poi ha mollato ed è giunto sul traguardo al quinto posto. “Nella parte finale la salita era più impegnativa, ho risposto diverse volte nel finale, ma non c’è stato nulla da fare ­ ammette il capitano del Bahrain­Merida ­. L’ultimo tratto era per scalatori, sono andato un po’ di crisi e ha preferito proseguire con il mio passo. Non ho avuto crisi di fame, perché mi sono alimentato bene per tutto il giorno; nell’ultimo tratto sapevo che sarebbe stato difficile e poi Quintana pesa 10 chili meno di me. Magari posso riprendergli qualcosa nella crono”. Fra i protagonisti di giornata anche il francese Thibaut Pinot, che ammette: “Quintana è molto forte, ma succederanno ancora tante cose. Mi sono trovato al centro delle caduta, ma sono rimasto in piedi. Non è bello quando succedono queste cose, preferisco battermi con i rivali, anziché vederli a terra”.

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