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Quaresimale rientra nella Lega, Marcozzi (M5S): dimissioni più brevi della storia d’Abruzzo, centrodestra blocca la Regione

Giulia Antenucci di Giulia Antenucci
19 Febbraio 2020
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L’Aquila. “La giravolta di Quaresimale, capogruppo della Lega in Regione Abruzzo, che la domenica pomeriggio dichiara di lasciare il partito per ‘non sottostare più a decisioni terze’, per poi rientrarci il martedì sera perché ‘Non esiste più alcuna ragione per abbandonare il partito né tantomeno il ruolo di capogruppo’ è solamente l’ultimo dei tanti capolavori che questa maggioranza sta mettendo in pubblica piazza dall’inizio della legislatura”. Commenta così Sara Marcozzi, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Abruzzo, il dietrofront di Pietro Quaresimale, capogruppo della Lega all’Emiciclo che qualche giorno fa aveva dichiarato di voler lasciare il carroccio e approdare nel gruppo misto. Qualche ora fa lo stesso capogruppo ha poi spiegato che “la fiducia nei confronti della Lega, del commissario regionale Luigi D’Eramo e del segretario federale Matteo Salvini non è mai venuta meno. Pertanto ho deciso, all’esito del positivo confronto con i vertici regionali, di restare nel partito, convintamente”.

“E, a onor del vero, non ho dubitato nemmeno un minuto che, alla fine, tutto si sarebbe esaurito col mesto ritorno di Quaresimale nella Lega”, sottolinea la 5 stelle regionale, “perché nel primo anno di maggioranza a trazione leghista abbiamo visto tutto e il contrario di tutto, con l’incoerenza come unica forma di coerenza”.

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“Da grandi promesse sulla difesa dei soldi degli abruzzesi, siamo passati all’aumento di 40mila euro l’anno circa ai dirigenti della Asl”, incalza la Marcozzi, “prima ancora che iniziassero a lavorare e a portare risultati. Abbiamo visto nomine da un milione di euro sbagliate, in violazione del Regolamento interno, prima difese con forza e poi ritirate in fretta e furia. Abbiamo visto leggi approvate dalla maggioranza scritte talmente male da essere dichiarate inammissibili dallo Stato. Hanno gridato ‘Prima gli abruzzesi’ mentre ci obbligavano a perdere tempo per un referendum sulla legge elettorale nazionale imposto da Roma (o da Pontida). Hanno scritto un bilancio illeggibile e invotabile, presentandolo prima in un modo per poi cambiarselo a piacimento, aggiungendo leggi scritte a penna”.

“In confronto a tutto questo”, precisa la pentastellata, “le dimissioni più brevi della storia dell’Abruzzo, firmate e ritirate dal capogruppo del partito di maggioranza relativa in Regione, non sono niente di diverso da ciò che abbiamo visto finora e che il centrodestra continuerà a farci vedere. Peccato che in mezzo a questo teatrino non ci sia solo qualche post su Facebook o un bisticcio da riunione di condominio, ma i diritti e le priorità degli abruzzesi. E se il centrodestra non ha idea nemmeno di come si faccia a gestire il presente”, conclude Sara Marcozzi, “non potrà mai essere in grado di riscrivere la storia della nostra Regione”.

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