Sulmona. Una dura presa di posizione arriva dal Coordinamento “Per il clima Fuori dal fossile” con una lettera aperta al Questore di L’Aquila, Fabrizio Mancini, riguardo il divieto di tenere una conferenza stampa davanti al Tribunale di Sulmona, emanato lo scorso 19 giugno con motivazioni di sicurezza.
Nel decreto, il Questore vietava l’evento nell’area antistante il Tribunale, definita “obiettivo sensibile”, imponendo invece che la conferenza si tenesse presso la Banca del Fucino, a circa 50 metri di distanza. Veniva inoltre minacciata una sanzione penale in caso di violazione.
Nonostante il divieto, il Coordinamento ha deciso di svolgere ugualmente la conferenza davanti al Tribunale, ritenendo il provvedimento “sbagliato e ingiusto”, soprattutto alla luce del fatto che in passato manifestazioni e conferenze stampa si sono regolarmente svolte nella stessa area senza problemi.
Nella lettera, il Coordinamento sottolinea anche la contraddizione evidente rappresentata dallo spostamento del mercato del mercoledì e del sabato in piazza Garibaldi e vie limitrofe, con le bancarelle posizionate a soli 5 metri dal Tribunale, a dimostrazione di come non vi siano reali motivi di pericolo legati alla presenza di persone nelle vicinanze del Palazzo di Giustizia.
Il Coordinamento accusa inoltre il Questore di un “doppio peso e doppia misura”, suggerendo che il divieto possa essere legato al contenuto della conferenza, che chiedeva trasparenza sugli esposti presentati in Procura riguardo al cantiere della centrale Snam.
La lettera mette in guardia contro una progressiva compressione delle libertà democratiche, collegando il provvedimento al recente “decreto sicurezza” approvato dal governo Meloni, che introduce misure più restrittive contro il dissenso pacifico.
Con un richiamo al valore costituzionale della libertà di manifestazione del pensiero, sancita dall’articolo 21 della Costituzione, il Coordinamento difende il diritto di protesta e afferma la legittimità della disobbedienza civile nonviolenta come risposta a imposizioni che ledono i diritti fondamentali.
Il messaggio si conclude con un monito: “Difendere la democrazia è compito di tutti i cittadini” e invita a non accettare passivamente imposizioni liberticide, ricordando che l’accettazione di tali limitazioni è stata l’anticamera delle dittature.