I dati ufficiali parlano chiaro. Gli italiani iscritti all’Associazione Italiana residenti all’estero (Aire) sono 315mila contro i 280mila del 2017. Un aumento evidente dovuto in particolare all’indecisione dell’Inghilterra di uscire o meno dall’Unione Europea. Con ogni probabilità gli italiani hanno sentito la necessità di regolarizzare la loro posizione nel Regno Unito ed è per questo che i numeri sono aumentati in modo evidente. Basti pensare che gli iscritti nel periodo precedente alla Brexit erano 1800 al mese, ora sono 3mila duecento al mese.
Quelli che si hanno sotto mano sono dati che fanno emergere sempre di più una situazione sotto gli occhi di tutti. Il viaggio in Inghilterra si trasforma spesso in una scelta di vita per giovani e meno giovani che cercano una vita più soddisfacente e un lavoro che possa permettere di arrivare abbondantemente a fine mese. O forse anche solo di essere pagati per il lavoro che si svolge.
Le motivazioni sono diverse e numerose, il risultato invece è sempre lo stesso: gli italiani emigrano in Inghilterra dove si deve necessariamente imparare una lingua nuova che va oltre al Frasario del viaggiatore che tutti siamo abituati a usare quando si visitano città straniere, ma anche un nuovo stile di vita, un nuovo rapporto con le persone.
Perché si sceglie l’Inghilterra
Avere la forza di trasformare un viaggio in Inghilterra in una vera e propria scelta di vita non è semplice, ma sono sempre più numerose le persone che prendono questa decisione. Detto questo è interessante capire, andando oltre i pregiudizi, perché si sceglie il Regno Unito per cambiare vita.
Se si parla di italiani lo scenario è abbastanza lineare. La prima motivazione è il lavoro che qui ha prospettive molto più rassicuranti, in particolare per i settori delle costruzioni, dell’ingegneria e della tecnologia dell’informazione e della comunicazione.
In Inghilterra c’è più lavoro ma non solo, quello che c’è viene pagato bene, sicuramente in modo più soddisfacente rispetto a quanto accade in Italia.
C’è da dire poi che le condizioni di vita in questa prospettiva sono migliori e questo fa pensare all’emigrazione, al viaggio di sola andata, almeno per ora, fino a quando la situazione italiana non migliorerà.
Secondo i dati dell’Ambasciata italiana a Londra gli italiani in Inghilterra sono circa 700mila di cui 147mila residenti proprio a Londra.
Lavorare a Londra dopo la Brexit?
Per chi si sta chiedendo se sia possibile lavorare a Londra dopo la Brexit la risposta è sì. Sono necessari un documento d’identità valido, la registrazione all’AIRE e il NIN (national insurance number), che non è altro che il documento indispensabile per lavorare e vivere nel Regno Unito.
Una volta in regola con questi documenti si può lavorare a Londra come nel resto dell’Inghilterra.
I lavori maggiormente svolti dagli italiani sono quelli nelle banche, nelle aziende o in società di consulenza, ma anche nel settore alberghiero e in quello del retail. La scelta dipende dall’età e dal grado di istruzione.
Arrivare nel Regno Unito dall’Abruzzo
Se anche voi quindi state pensando di cambiare vita o semplicemente di fare un sondaggio per capire se è il posto che fa per voi, dall’Abruzzo il modo più veloce per andare nel Regno Unito è ovviamente volare dall’aeroporto di Pescara, dove ci sono comodissimi voli diretti per Londra o con uno scalo si arriva a Manchester. Oppure, se abitate nelle zone più interne, potete sempre arrivare a Roma e da lì trovare mille e una soluzioni!