Qualità Abruzzo, consorzio che conta più di 70 associati in tutta la regione tra ristoratori, pasticcieri e produttori, dice la sua sulle decisioni del governo e il devastante impatto che queste avranno sul settore della ristorazione.
Il DPCM, entrato in vigore il 4 Dicembre e valido fino al 15 Gennaio, prevede che in zona gialla (verosimilmente, nei giorni di festa dovrebbe essere estesa la zona gialla a tutto il territorio nazionale, salvo soprese dell’ultim’ora) i ristoranti potranno restare aperti fino alle 18 ma solo per i residenti nello stesso comune. Nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, infatti, sarà vietato uscire dal proprio comune e, per la ristorazione, sfuma la possibilità di lavorare in giorni dell’anno cruciali. Inevitabile l’impatto, soprattutto nei piccoli centri. Basta dare uno sguardo ai numeri per rendersi conto: in Abruzzo ci sono 305 comuni, di cui poco più di una cinquantina superano i 5000 abitanti, in una regione a densità di popolazione di 120 abitanti per Km quadrato. Se è vero che l’impegno per il contenimento della seconda ondata deve coinvolgere tutti, responsabilmente, è altrettanto chiaro che le diversità del territorio dovrebbero avere rilevanza nella gestione dell’emergenza.
Lo sottolinea con vigore Marcello Spadone del Ristorante La Bandiera di Civitella Casanova (Pe), un paese che conta poco più di 1700 abitanti: “Non riesco a mandare giù questo DPCM, c’è l’ho sullo stomaco… è pesante. Il comune di Napoli conta più di 1 milione di abitanti, quello di Milano conta 1,396 milioni di abitanti, quello di Roma addirittura conta 2,837 milioni di abitanti… e ne potrei citare tanti altri. La provincia di Pescara conta solo 318 mila abitanti.
“Il comune di Civitella Casanova conta 1702 abitanti e l’80% ha più di 70 anni. Qualche anno fa, com’è giusto che fu, ebbi un controllo dall’Agenzia delle Entrate, in quanto, secondo loro, c’era qualcosa di anomalo nella cantina, sembrava impossibile che in un piccolo ristorante di un piccolo paese pedemontano, raggiungibile dalla città più vicina con almeno 40 minuti di automobile, con pochissimi o quasi inesistenti collegamenti pubblici, con una viabilità da Camel Trophy avesse una cantina così fornita. Dopo lunghi controlli, capirono che la nostra proposta non solo era rivolta alla clientela locale, ma soprattutto ad una clientela di più ampio raggio, all’Italia intera“.
“Ora mi chiedo – prosegue Marcello Spadone – non per fare polemiche politiche ma per cercare di fare pace con il mio cervello e dare una spiegazione soprattutto ai miei collaboratori, che poverini si sentono figli di un Dio minore, rispetto ad altre categorie di lavoratori. Perché questo accanimento con i ristoranti dei piccoli centri? Perché chiudere nelle festività che per noi rappresentano i giorni di maggior lavoro, tutti i comuni senza tener conto del numero degli abitanti? Se c’è qualche persona sapiente e cortese, che riesca a farmi capire come sono arrivati a questo DPCM (secondo me scellerato e senza senso), gliene sarei davvero grato…molto grato”.
“Non c’è alcun dubbio su quanto espresso da Marcello Spadone – dichiara il presidente di Qualità Abruzzo Sandro Ferretti – proprio per questo come Consorzio coeso ed unito, tutti insieme, cuochi, pasticceri, gelatieri e produttori dobbiamo stringerci e darci manforte l’un l’altro. Non possiamo più restarcene qui in silenzio, dobbiamo far sentire la nostra voce, dare dimostrazione che la nostra non è una categoria minore, anzi, siamo il motore della nostra nazione, ricca di tesori naturali, artistici, storici ed enogastronomici. Senza il turismo, tenendo l’interno comparto enogastronomico così fermo, stiamo colando a picco tutti e non possiamo permettercelo per il nostro futuro, per la nostra regione e per la nazione intera”.
“Non c’è alcun dubbio su quanto espresso da Marcello Spadone – dichiara il presidente di Qualità Abruzzo Sandro Ferretti – proprio per questo come Consorzio coeso ed unito, tutti insieme, cuochi, pasticceri, gelatieri e produttori dobbiamo stringerci e darci manforte l’un l’altro. Non possiamo più restarcene qui in silenzio, dobbiamo far sentire la nostra voce, dare dimostrazione che la nostra non è una categoria minore, anzi, siamo il motore della nostra nazione, ricca di tesori naturali, artistici, storici ed enogastronomici. Senza il turismo, tenendo l’interno comparto enogastronomico così fermo, stiamo colando a picco tutti e non possiamo permettercelo per il nostro futuro, per la nostra regione e per la nazione intera”.
“Rivolgeremo subito il nostro appello alla Regione Abruzzo e poi a Conte, chiederemo la revisione dei codici Ateco se necessario perché non abbiamo più la possibilità di non lavorare. Durante il primo lockdown chi ha potuto ha anticipato con i propri fondi la cassa integrazione ai dipendenti, ma adesso non ce la facciamo più. Continuando così perderemo attività storiche, aziende, ristoranti stellati e piccole trattorie che con anni di profondo sacrificio hanno fatto dell’Italia il paese più bello al mondo”.
Il consorzio Qualità Abruzzo nasce nel 2011 per promuovere il patrimonio gastronomico regionale. Ad oggi, conta 70 soci tra ristoranti stellati, osterie, pasticcerie, enoteche con cucina, pizzerie e produttori, quali allevatori, vignaioli, pastai, produttori di miele e tanti altri.