Sulmona. “Esprimiamo di nuovo una netta contrarietà alla chiusura del punto nascita dell’Ospedale di Sulmona” dichiarano il segretario generale Cgil L’Aquila, Francesco Marrelli, e il segretario generale Fp Cgil L’Aquila, Anthony Pasqualone.
“Continuano a circolare notizie circa la dichiarata chiusura del Punto Nascita della Valle Peligna, disposta dal Ministero della Salute e riportata nel verbale del Tavolo di monitoraggio tra Ministero e Regione Abruzzo del 28 marzo e del 9 aprile scorsi. Come dichiariamo da anni, il Punto Nascita di Sulmona, non solo non può essere chiuso, ma su di esso vanno effettuati i necessari investimenti che da troppo tempo mancano e che ne hanno determinato un lento declino a svantaggio della popolazione delle aree interne” continuano i due segretari generali.
“Il Punto Nascita di Sulmona deve rappresentare un’opportunità di rilancio dei servizi sanitari nelle aree più svantaggiate della Regione Abruzzo. La politica, invece di intervenire sulle motivazioni che hanno generato nel tempo una contrazione del numero di parti, si preoccupa di affrontare il tema esclusivamente per perenni propagande elettorali di basso spessore senza che vengano trovate definitive soluzioni in merito” proseguono Marrelli e Pasqualone. “Continuano, infatti, ad essere taciute le necessità che sono alla base del mantenimento del Punto Nascita di Sulmona ovvero le condizioni orografiche del territorio, il disagio in cui versa un’intera popolazione e, nel caso in cui dovesse configurare la chiusura, un inesorabile e costante spopolamento delle aree interne”.
“A ciò si aggiungano le disastrose condizioni socio economiche in cui versa l’intero territorio del Centro Abruzzo che si troverebbe nuovamente costretto ad una mobilità forzata verso altri territori difficilmente raggiungibili per vedersi garantire un diritto costituzionale. La Cgil e la Fp Cgil continuano oggi a denunciare e a lottare affinché non debbano essere le future mamme a recarsi in centri lontani dalle proprie abitazioni ma che sia il Servizio Sanitario ad avvicinarsi a chi ne ha bisogno essendo il diritto alla salute inalienabile e di prossimità” continuano i due segretari. “Riteniamo da sempre la vertenza sul punto nascita di Sulmona prima di tutto una questione di civiltà, perché sguarnire un territorio così vasto di un presidio fondamentale sarebbe una scelta scellerata. Strategica e fondamentale è la permanenza del Punto Nascita nel territorio della Valle Peligna anche in considerazione della nuova struttura Ospedaliera completamente antisismica (la prima ed unica nella Regione Abruzzo)”.
“A nessuno sfugga, inoltre, quanto denunciato poche settimane fa in merito alla carenza di personale ed alle liste di attesa” sottolineano Marrelli e Pasqualone. “Per una visita gastroenterologica nell’area Peligna sono necessari 182 giorni di attesa; per una TAC addome completo con e senza mezzo di contrasto, per l’area Peligna, sono necessari 178 giorni di attesa; per una ecografia della tiroide, per l’area Peligna, sono necessari 268 giorni di attesa; per una ecografia della mammella monolaterale, per l’area Peligna, sono necessari 280 giorni di attesa;
per una colonscopia con endoscopio flessibile sono necessari, per l’area Peligna, 345 giorni di attesa; per una ecografia dell’apparato urinario (reni, ureteri, vescica) sono necessari 268 giorni di attesa per l’area Peligna; per una TAC del torace con MDC sono necessari per l’area Peligna 178 giorni d’attesa; per una visita endocrinologica sono necessari 360 giorni di attesa nell’area Peligna”.
“La mancata riduzione delle liste di attesa come sopra riportate, la chiusura del Punto Nascita e la mancata assunzione di personale rappresenterebbero per il territorio della Valle Peligna il definitivo collasso della Sanità Pubblica che metterebbe in ginocchio l’intera popolazione del Centro Abruzzo, che sarà chiamata alla mobilitazione nel perdurare di tale condizione. Le Istituzioni e la Politica” continuano i due segretari generali “devono tornare a svolgere il loro ruolo a difesa del territorio, dei cittadini, degli operatori e dei servizi sanitari poiché hanno l’obbligo costituzionale di dover assicurare il diritto alla salute ad ogni cittadino senza dimenticare il contesto sociale, territoriale ed orografico in cui si vive”.
“Pertanto riteniamo che vadano immediatamente ripristinati Servizi Sanitari adeguati e di qualità in grado di dare risposte positive, certe e definitive rispetto alle legittime richieste di prestazioni sanitarie. In carenza di atti concreti nell’immediato, ci dichiariamo sin da ora pronti alla mobilitazione per la salvaguardia del Punto Nascita, per l’adeguamento del fabbisogno del personale e per la garanzia dei servizi sanitari costituzionali. Nel frattempo verrà immediatamente inviata una richiesta di audizione alla V Commissione Consiliare della Regione Abruzzo “Salute, Sicurezza, Sociale, Cultura, Formazione e Lavoro” sulle suesposte problematiche” concludono Marrelli e Pasqualone, ricordando il primo comma dell’articolo 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.