Chieti. Ormai non ne poteva più di quel figlio alcolizzato e violento, ma esitava a denunciarlo credendo di poterlo un giorno recuperare: tre anni di vessazioni, aggressioni verbali e fisiche sino a quando una sera M.A., 36enne disoccupato di Ripa Teatina, in preda ai fumi dell’alcol, minaccia il padre mandando in frantumi il vetro di una porta di casa. Intervengono i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Chieti che mandano una prima relazione in Procura. Successivamente i Carabinieri di Villamagna iniziano ad indagare e scoprono che la famiglia era stata oggetto di attenzione anche da parte dei Servizi Sociali del Comune: acquisiscono le testimonianze e le relazioni dalle quali emerge un fortissimo disagio della famiglia, da tre anni ostaggio di quel figlio alcolizzato e tossicodipendente.
Viene fuori anche che più volte sia il padre che la sorella erano stati oggetto di minacce da parte del congiunto e che le richieste di denaro erano a volte esigue, ma in altri casi arrivavano anche a 300/500 euro e se non venivano soddisfatte, scattavano botte e minacce per padre e sorella. Questo fino ad una sera di aprile, quando la pattuglia di militari di Villamagna interviene per l’ennesimo litigio durante il quale il 36enne puntando un coltello alla gola del padre manaccia di ucciderlo. Su richiesta dei militari al Pm Giuseppe Falasca, il Gip Isabella Allieri ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del giovane, per estorsione e rapina, eseguito ieri mattina dai Carabinieri della Stazione di Villamagna, che lo hanno accompagnato direttamente in carcere in via Madonna del Freddo