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Provolo lascia e traccia bilancio: alla risulta evitata una Scampia, ferita Rigopiano resta nel cuore

Redazione Centrale di Redazione Centrale
9 Novembre 2017
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Pescara. “Quando sono arrivato c’erano diverse criticità. Abbiamo evitato che l’area di risulta si trasformasse in una piccola Scampia”. Così il prefetto di Pescara, Francesco Provolo, tracciando il bilancio del suo operato, dal gennaio 2016 a oggi, in un incontro informale con la stampa (presenti ANSA, Rai Tgr Abruzzo, il Centro, Il Messaggero e Rete8) prima di lasciare Pescara per un incarico a Roma, dal 20 novembre prossimo, come direttore dell’ Ufficio centrale ispettivo presso il dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile. Capitolo ambiente, microcriminalità (“in arrivo il progetto per un perimetro di videosorveglianza tra quattro comuni”) e questione stranieri (“attenzione massima”) le altre aree prioritarie di intervento. In particolare, sulla risulta, “ho voluto incidere su questa strana situazione – ha detto Provolo in riferimento al mercatino etnico e a tutto ciò che girava intorno allo smercio di prodotti falsi – attraverso non solo un’azione di polizia ma anche di incontri con associazioni, con il comune, che è stato
sempre vicino al prefetto, gli stranieri, e anche la diplomazia straniera”. Per quanto riguarda l’ambiente, “è un tema centrale per tutta la provincia e la prefettura è vicina alla Regione”, mentre sul fronte sicurezza “sta andando a buon fine – ha riferito Provolo – l’idea, finanziata dalla Camera di Commercio, per realizzare una catena di videosorveglianza intorno al perimetro tra i comuni di Pescara, Montesilvano, Città Sant’Angelo e Spoltore. Come operatore è stato scelto la Tim che dovrà ora fare il sopralluogo e redigere il progetto”. In linea generale, “non ci sono segnali gravi anche perché – ha evidenziato il prefetto di Pescara – il pescarese denuncia,
non si fa passare la mosca sotto il naso”. Ma occorre sempre tenere presente che “nessun territorio che offre possibilità di affari è indenne dalla criminalità”, ha detto Provolo. “Attenzione massima”, poi, sul fronte stranieri: “Segnalazioni sugli stranieri sono arrivate ma non per terrorismo. C’è una grande rete di comunicazione con le carceri in tal senso dove è più alto il rischio arruolamento. Sono state scoperte attività degradanti, come la prostituzione”. Infine il saluto a Pescara: “Non volevo lasciare la città in silenzio. Sono
onorato di essere stato qui. Ci sono voluto venire io dopo aver conosciuto l’Abruzzo come vicario all’Aquila nel post sisma. Nella mia carriera ho affrontato tanti problemi, ho svolto il mio lavoro in zone di camorra e di mafia. Sono stato commissario in tanti comuni sciolti o per mafia o per motivi politici. Mi sono sempre mosso nelle criticità. Purtroppo Rigopiano è indescrivibile. Ora arriva il prefetto Gerardina Basilicata con cui ho lavorato per tanti anni”.

“La ferita non si è chiusa, nel modo più assoluto. La ferita della tragedia di Rigopiano rimarrà nel mio cuore”. Così il prefetto di Pescara, Francesco Provolo, rispondendo ai giornalisti in un incontro informale di saluto che ha voluto con la stampa, prima di lasciare Pescara per un incarico a Roma, dal 20 novembre prossimo, come direttore dell’Ufficio centrale ispettivo presso il dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile. “Non ci sono verità nascoste, bisogna soltanto tirarle fuori”,
afferma il prefetto parlando di Rigopiano dove hanno perso la vita 29 persone il 18 gennaio scorso. E, in merito all’ incontro di ieri con il Comitato familiari vittime: “Ho detto che è normale che non capiscano cosa sia successo, è normale che vogliono essere chiamati a capire veramente cosa sia successo a Ripogiano, è un loro diritto. Ho detto ‘non vi preoccupate della figura del prefetto. Se ritenete parlate di me in modo che ritenete più opportuno, non mi offendo’. È importante che arrivino alla verità”. “Le cose – tiene a sottolineare il prefetto di Pescara – sono state fatte alla luce del sole, ci sono carte che parlano, ci sono dichiarazioni, c’è un’attività in corso che è in mano alla magistratura. Non ci sono verità nascoste”. Provolo non si sottrae alla domanda su presunti legami tra il suo trasferimento e la tragedia di Rigopiano: “Non so se sono stato trasferito per questo motivo. Non ho elementi ma non posso
dire che chi la pensa così sia fuori dal seminato. Posso dire che il trasferimento non è avvenuto all’improvviso. Sono quasi due anni che sono a Pescara. I fatti sono avvenuti dieci mesi fa. Il trasferimento sarebbe avvenuto già prima”. “Ora – auspica il prefetto – a Pescara c’è bisogno di ordinarietà. La tragedia di Rigopiano è frutto di una tempesta perfetta e di coincidenze che un regista con tutti quegli elementi non sarebbe stato così bravo da riuscire a realizzare tanto”. Il prefetto ha ripercorso i momenti salienti di quel 18 gennaio: la riunione la mattina, le tre scosse (“ho avuto la forza di rimanere freddo e seduto”), l’istituzione di una zona avanzata a Penne, le richieste di aiuto che arrivavano di tutti i tipi, la riunione dalle 15 alle 18 su tutto il fronte del blackout. Poi “ha deciso la tempesta perfetta”. “Forse – conclude Provolo ribadendo quanto già detto in altre occasioni – in tutti gli Enti, chi risponde al telefono deve avere una sua professionalità. Poi c’è il gruppo che deve accertare i fatti e valutare la tipologia delle richieste stabilendo la priorità”. Dal 20 novembre prossimo il nuovo prefetto di Pescara sarà Gerardina Basilicata, che ha svolto l’incarico di direttore centrale per gli Affari
generali presso il dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile.

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