L’Aquila. Negli ultimi vent’anni, la provincia dell’Aquila ha perso circa 10.000 residenti e, secondo le previsioni Istat, ne perderà altri 22.000 nei prossimi due decenni. Solo il capoluogo abruzzese e Calascio mostrano un lieve aumento della popolazione, grazie soprattutto all’arrivo di nuovi residenti. Al contrario, città come Avezzano, Montereale, Navelli e Castelvecchio Subequo stanno vivendo un forte spopolamento. È quanto emerso dal convegno che si è tenuto questa mattina presso l’Auditorium Ance dell’Aquila, in occasione della presentazione dei primi risultati del percorso partecipato per la redazione del nuovo Piano Territoriale di Coordinamento provinciale.
Un piano con il quale la Provincia dell’Aquila si candida a diventare un modello nazionale di innovazione amministrativa e pianificazione territoriale, con un approccio concreto, capace di rispondere alle sfide dello sviluppo, della coesione sociale e della sostenibilità.
“L’elaborazione del nuovo Piano – ha sottolineato il presidente della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso – ci affida una responsabilità cruciale: innovare le modalità di governo del territorio, superando la frammentazione normativa e costruendo un modello basato sulla dinamicità della promozione per rispondere alle sfide che l’era della digitalizzazione ci impone. Vogliamo fare della nostra provincia un caso di studio, un laboratorio nazionale da cui partire per definire nuove pratiche di pianificazione a livello Paese, in un momento storico in cui l’Italia stessa è chiamata a ripensare gli strumenti di governo del territorio”.
Ad aprire i lavori l’ingegnere Andrea De Simone, dirigente del settore Territorio e Urbanistica dell’Ente provinciale, che ha illustrato le direttrici operative del nuovo Piano, sottolineando come la semplificazione amministrativa rappresenti uno dei punti cruciali per rispondere alle sfide del futuro.
Al centro del convegno, la presentazione dei risultati dell’analisi ambientale e socio-economica, base scientifica del nuovo Piano Territoriale, condotta da un team interdisciplinare composto da Paolo Veneri e Fabiano Compagnucci (GSSI – Gran Sasso Science Institute), Francesco Zullo e Alessandro Marucci (Università dell’Aquila), Michele Campagna(Università di Cagliari).