Pescara. Camillo D’Alessandro, capogruppo in consiglio regionale del Partito democratico, in merito alla manifestazione di questa mattina davanti alla sede della Regione dell’associazione Carrozzine Determinate, dichiara in una nota. “Stamane il presidente dell’associazione Carrozzine determinate, Claudio Ferrante, ha posto una questione vera e che va affrontata utilizzando a pieno i poteri regionali. L’abbattimento delle barriere architettoniche ovunque, e comunque, va accompagnato da una disponibilità di risorse che la Regione deve mettere a disposizione. In tal senso si condivide quanto affermato dal Sindacato italiano medici del territorio, laddove si evidenzia che gli interventi di adeguamento degli studi dei medici di famiglia riguarderebbe una percentuale minima e che dunque è facilmente risolvibile, con una contribuzione da parte della Regione per abbattere le barriere. I medici sono i primi a volerlo, il grande assente, come sempre, è la Regione”. Il 24 marzo scorso il presidente della giunta regionale dell’Abruzzo, Gianni Chiodi, ha inviato a tutte le Asl una nota avente per oggetto «Barriere architettoniche studi medici di base. Comunicazioni», affermando che gli studi medici non sono tenuti a rispettare le norme sull’accessibilità in quanto «strutture private, non aperte al pubblico». I medici sarebbero quindi «non obbligati» ad adeguarsi alle normative statali. “Questo provvedimento – conclude D’Alessandro – stride con una sentenza del Tribunale amministrativo regionale della Sicilia (sede di Palermo), la n° 9199 del 5 agosto 2010, secondo la quale gli studi medici di medicina generale, “poiché destinati allo svolgimento di un servizio pubblico”, vanno considerati locali “aperti al pubblico” e sottoposti dunque all’obbligo di eliminazione delle barriere architettoniche”.