L’Aquila. La Procura generale dell’Aquila ha presentato il ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila che ha demolito il verdetto di condanna, emesso in primo grado, a sei anni di reclusione a sei ex componenti della commissione Grandi Rischi, organo consultivo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In primo grado, infatti, ci furono sette condanne a sei anni di carcere, mentre in appello l’unico condannato è stato Bernardo De Bernardinis a due anni di carcere con i benefici di legge, mentre la Procura generale aveva chiesto la conferma delle condanne. Il ricorso alla Suprema Corte segue una serie di summit tra il procuratore generale Giuseppe Falcone e l’avvocato generale Romolo Como, per studiare le mosse. La Procura Generale della Corte d’Appello dell’Aquila ha, inoltre, chiesto al Gip, Giuseppe Romano Gargarella, il processo per il capo della Protezione Civile, Guido Bartolaso, indagato nell’inchiesta satellite al filone principale che ha portato in appello all’assoluzione di sei dei sette componenti, all’epoca del sima del 2009, della Commissione Grandi Rischi. Il fascicolo satellite era stato avocato dalla Procura Generale dopo due richieste di archiviazione del pm del processo principale respinte dal Gip. Nel contempo, il procuratore generale dell’Aquila Romolo Como ha firmato e depositato presso la Corte d’Appello il ricorso in Cassazione contro la sentenza di assoluzione dei sette esperti della Commissione Grandi Rischi, l’organo scientifico consultivo della presidenza del Consiglio dei ministri, condannati in primo grado e assolti, sei su sette, in appello, dalle imputazioni di omicidio colposo e lesioni colpose, con l’accusa di aver rassicurato gli aquilani e sottovalutato il rischio di gravi terremoti.