L’Aquila. “Il premio Luigi Zordan giunto alla sua sesta edizione è emblematico di come possa essere nodale il rapporto docente discente in questa particolare fase di rinascita e crescita che L’Aquila e il suo territorio hanno intrapreso.” Così il primo cittadino aquilano Pierluigi Biondi.
“L’obiettivo del premio Zordan è quello di valorizzare il merito dei giovani laureati e progettisti, attraverso uno stage di sei mesi presso uno studio professionale di rilevanza internazionale. Esperienze queste, che consentono ai giovani premiati di crescere professionalmente, mettendosi alla prova in una dimensione formativa e di confronto rilevante e qualificante in termini di curriculum. Stage, spendibili in relazione all’offerta di lavoro e che, sempre più spesso, portano questi giovani ad essere confermati negli studi di progettazione dove sono stati destinati, con la possibilità di fare carriera. Questo premio, che si muove nel perimetro della professione ingegneristica ci dice, innanzi tutto, che i docenti come Luigi Zordan, che costituiscono il corpo accademico dell’Università dell’Aquila, svolgono un ruolo chiave nei confronti delle giovani generazioni e della nostra comunità.” continua Biondi.
“Se i laureati del nostro Ateneo hanno le capacità e l’intraprendenza per distinguersi e imporsi nelle professioni a tutti i livelli, questo accade perché si può contare su una classe docente portatrice sana di conoscenza. E, la conoscenza, è ben diversa dall’informazione che i social, con acritica generosità, ammanniscono alla cosiddetta generazione Z o post-millennials. Il sapere, prerogativa dell’io-docente, si trasforma in conoscenza e, quindi, in un noi, nel momento del trasferimento del sapere agli studenti. È questa la meravigliosa realtà dell’Università dell’Aquila, che assume una rilevanza strategica in questo decennale del sisma. A dieci anni dal sisma, le professioni tutte, ad incominciare da quella dell’ingegnere reclamano un nuovo umanesimo, cioè la capacità di operare tra le possibili, la scelta migliore. Serve per questo un pensiero complesso, una conoscenza che tenga presente quanto accaduto e che reinterpreti i saperi anche in funzione della rinascita della città. È, quindi, necessario un approccio diverso alle problematiche di un territorio che ciclicamente fa i conti con i terremoti.” afferma il sindaco Biondi.
“L’Università, insieme alla classe dirigente tutta, è corresponsabile del processo di ricostruzione fisica e della ricomposizione dell’animus comunitario. Una responsabilità importante, ma anche un’occasione unica per la crescita complessiva dell’Aquila attraverso le sue migliori menti e i suoi giovani che grande attaccamento hanno dimostrato alla nostra città già dai momenti drammatici del post terremoto, tornando nelle nostre scuole – sicuro caposaldo della comunità aquilana – e nelle nostre facoltà universitarie. L’Aquila, nonostante le ferite siano ancora cocenti, ha una bellezza che attrae e incanta. È una realtà viva e concreta che ha dimostrato e dimostra ogni giorno di saper reagire e progettare. Sono convinto che il rinascimento dell’Aquila debba e possa contare sui saperi, che svolgono un ruolo valoriale di elevato impatto culturale e sociale, grazie agli insegnati delle scuole, ai docenti dell’università e non ultimi ai bambini, ai ragazzi, ai giovani che sanno apprendere e farsi ambasciatori della loro città ovunque il lavoro li conduca.” conclude Biondi.