L’Aquila. Via la differenza via il dolore. “Serve ribadire un concetto molto semplice: vanno eliminate una volta per tutte le enormi differenze di salari e di altri diritti, a parità di mansioni, tra chi è precario delle cooperative e chi nelle aziende è strutturato”. Così in un comunicato Marcello Vivarelli, segretario provinciale aquilano del sindacato Fesica di categoria. “La tutela dei lavoratori non può non passare per una ‘scansione’ dei contratti”, spiega Vivarelli. “Lì ci accorge, ad esempio, di chi lavora part-time pur con le stesse ore di chi invece ha un contratto full-time, oppure di chi ha il diritto al buono pasto o al servizio mensa e di chi questo diritto non ce l’ha. E potremmo continuare all’infinito. In questo scenario”, prosegue il sindacalista aquilano, “salta agli occhi l’assoluta presa in giro dell’aumento salariale, con l’ultimo rinnovo del contratto collettivo nazionale, per cui da una parte vengono riconosciuti 120 euro lordi in più, ma ‘spalmati’ in cinque anni, mentre, dall’altra, solo con l’aumento dei costi dell’energia in bolletta, quell’aumento si è rivelato un vero e proprio specchietto per le allodole e dunque un’ennesima battuta di arresto sul potere di acquisto che dovrebbe garantire il salario. Per non parlare della ‘giungla’ di quei diritti che si acquisiscono nel tempo, penso alla possibilità di ‘giocare’ con gli scatti di anzianità e con i livelli di inquadramento”, continua l’esponente Fesica.
“Una pratica diffusa da anni che, è evidente, nascondono un vero e proprio dumping salariale, che ritroviamo anche in quelle situazioni in cui, ad esempio, i lavoratori hanno contratti di un certo tipo ma si ritrovano a fare ore di straordinario riconosciute, ma che a livello di contribuzione pensionistica significa danno a carico del lavoratore, perché nello straordinario non è riconosciuto il contributo pensionistico. Ma c’è addirittura chi gli straordinari non può neanche farli regolarmente, perché non verrebbero riconosciuti i ristori economici. Da tempo chiediamo con forza alla politica regionale e locale di intervenire per porre fine a questi scempi perpetrati a danno di una classe lavoratrice sempre più dimenticata, incalza ancora Vivarelli. “Lo chiediamo per tutti quei servizi esternalizzati dagli enti pubblici, così come per quelle aziende private che affidano le loro commesse alle cooperative sociali o alle agenzie interinali. Torneremo ad alzare la voce a stretto giro di posta”, conclude, “con l’assemblea pubblica, che sono stato costretto a rinviare per problematiche di natura logistica, e con altre azioni sindacali, per la battaglia sulla reinternalizzazione dei servizi della Asl 1 di Avezzano-Sulmona-L’Aquila. In altre regioni questo processo o è stato concluso, oppure è in fase conclusiva. Abbiamo la soluzione a portata di mano e si chiama società in- house della Regione Abruzzo, Abruzzo Engineering. Una società già pronta il cui statuto può essere ampliato e modificato, ma senza volontà politica e pressione da parte di sindacati e lavoratori, si rischia di continuare ad alimentare il precariato, a far ulteriormente sprecare soldi pubblici e a non garantire un futuro migliore a lavoratrici e lavoratori”.