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Possibili nuovi varianti Covid in autunno: Gran Bretagna pronta per i nuovi richiami, Italia indietro

Luisiana Di Federico di Luisiana Di Federico
27 Marzo 2021
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L’Aquila. Una gestione lentissima della vaccinazione potrebbe essere fatale più del virus stesso. Il fisico Giorgio Parisi – fra gli esperti che stanno seguendo l’evoluzione dell’epidemia in Italia fin dagli inizi – ha espresso la sua idea come  l’Italia dovrebbe seguire l’esempio della Gran Bretagna e cominciare fin da adesso a preparare per l’autunno la campagna per il richiamo della vaccinazione anti Covid-19.

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“In Italia si parla sempre di quando si potrà concludere questa prima fase della vaccinazione, ma non di quella autunnale, tenendo presente che”, ha proseguito il noto fisico,”se da qui a dicembre dovessero comparire nuove varianti e i vaccini attuali non dovessero essere efficaci, non si può escludere uno scenario in cui potrebbe essere necessario rivaccinare tutta la popolazione. Serve una programmazione in questo senso che parta dai politici”.

Prepararsi con il dovuto anticipo –  secondo il parere di Parisi – risulta fondamentale anche considerando che i vaccini basati sull’Rna messaggero, come Pfizer e Moderna, possono essere modificati più facilmente per essere adattati alle nuove varianti. Ma proprio per questo,  ha rilevato il fisico: “I contratti vanno fatti in anticipo”. Per Parisi “bisogna capire che sono necessari circa quattro mesi per mettere su una linea di produzione di un vaccino e oltre due mesi prima che il vaccino sia disponibile: adesso siamo a marzo e fra sei mesi saremo in autunno”. L’ipotesi più realistica, secondo l’esperto, ” È adesso una richiesta di 40 milioni di dosi, riservandosi di decidere in settembre su eventuali modifiche calibrate per combattere le varianti”.

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