L’Aquila. La popolazione abruzzese e’ passata da 1.322.247 abitanti del 2016 a 1.315.196 del 2017 registrando un decremento di 7.051 abitanti. In valori percentuali la flessione dello 0,53% e’ stata il triplo rispetto alla decrescita italiana (-0,17%). Le flessioni sono state di 2.365 abitanti nel 2014, di 5.061 nel 2015, di 4.266 nel 2016 e di 7.051 nel 2017. I questi anni le variazioni percentuali abruzzesi sono state tutte peggiori di quelle medie nazionali: nel 2014 -0,18% a fronte del +0,02% nazionale; nel 2015 -0,38% contro il -0,21%; nel 2016 -0,32% a fronte del -0,13% e nel 2017 -0,53% contro il -0,17%. I dati sono stati diffusi dallo studioso Aldo Ronci. Dal 2014 al 2017 la popolazione abruzzese e’ passata da 1.333.939 abitanti del 2013 a 1.315.196 del 2017 registrando un decremento di 18.743 abitanti. In valori percentuali il calo dell’ 1,41% della popolazione abruzzese e’ stata di gran lunga superiore alla decrescita italiana (-0,49%). Per il quarto anno consecutivo l’Abruzzo segna valori peggiori di quelli medi nazionali e tra il 2013 e il 2017 decresce dello 0,41% a fronte dello 0,49% italiano con una tendenza ad un aumento del divario rispetto ai dati medi nazionali. Nel 2017 si registrano decrementi abbastanza omogenei: nella provincia di L’Aquila -1.506, a Teramo -1.575, a Pescara -1.921 a Chieti -2.049. In valori percentuali decrescono L’Aquila dello 0,50%, Teramo dello 0,51% Chieti dello 0,60%, e Pescara dello 0,53%.
Nel 2017 l’Abruzzo perde altri 7.051 abitanti peggiorando l’andamento dei dati demografici dei tre anni precedenti ed in valori percentuali realizza una flessione (-0,53%) pari la triplo di quella media nazionale (-0,17%), peggiore anche di quella del mezzogiorno (-0,40%) e per il quarto anno consecutivo segna valori peggiori di quelli medi nazionali. Tra il 2013 e il 2017 perde 18.743 abitanti e decresce dell’ 1,41% a fronte dello 0,49% italiano con una tendenza ad un aumento del divario rispetto ai dati medi nazionali. Il decremento 2017 si distribuisce abbastanza uniformemente su tutte e quattro le province contrariamente a quanto verificatosi negli anni precedenti che ha visto concentrarsi il fenomeno nelle province di Chieti e dell’Aquila e cosa ancora piu’ allarmante si evidenzia la novita’ di una flessione consistente anche nell’Area Metropolitana Pescara-Chieti, area quest’ultima che si distingue per l’effetto trainante che essa svolge nell’economia e nello sviluppo della regione. La capacita’ della Regione di creare ricchezza dipende anche dal suo andamento demografico: piu’ cresce la popolazione piu’ aumentano i consumi e si alimenta la forza lavoro. Per questo i recenti dati diffusi dall’Istat sul trend negativo dei residenti in Abruzzo destano preoccupazione. Una popolazione che cala, per il basso tasso di natalita’, per il basso tasso di migrazione dall’estero e per l’alto tasso di migrazione verso altre regioni, non e’ certo la base migliore per crescere.