Teramo. “Nulla di fatto. Come volevasi dimostrare. Le bugie hanno le gambe corte. Certo che se il nuovo corso del Partito Democratico abruzzese targato Renzo Di Sabatino dovesse avere come bussola le dichiarazioni rese dallo stesso Di Sabatino riguardanti l’oramai celeberrimo ponte sul Fiume Vomano, allora il futuro che attende il PD medesimo sarà tutt’altro che pregno di soddisfazioni. A oggi infatti non una sola parola di quanto affermato un mese e mezzo fa dal presidente uscente della Provincia di Teramo ha trovato riscontro nella realtà. Zero assoluto”. Il consigliere regionale Leandro Bracco torna a occuparsi di un’infrastruttura basilare per le zone interne del Teramano e cioè del ponte che dovrebbe essere costruito per collegare il Comune di Castellalto a quello di Cellino Attanasio.
“Lo scorso 3 settembre”, afferma l’esponente di Sinistra Italiana – Renzo Di Sabatino, “in risposta al mio comunicato stampa concernente gli ingiustificati ritardi nell’appalto per la costruzione del nuovo ponte sul fiume Vomano, scriveva formalmente che ‘è stato recentemente rimesso il progetto esecutivo attualmente alla verifica degli uffici tecnici provinciali, che si concluderà al massimo entro il 10 settembre 2018 prossimo venturo. L’approvazione del progetto esecutivo è prevista entro e non oltre il 25 settembre 2018 e la consegna dei lavori il 30 settembre 2018. Il tempo di realizzazione è di 180 giorni per cui la conclusione di tutti i lavori è prevista per il 31 marzo 2019’”.
“Ricordo”, evidenzia Bracco, “che il progetto definitivo dell’opera è stato acquisito il 13 dicembre 2017 e che il contratto di appalto per la realizzazione del nuovo ponte è stato stipulato il 9 marzo 2018 (Repertorio n. 27705) con la Ditta Costruzioni Stradali Armando Di Eleuterio mandataria in Associazione Temporanea di Imprese con la mandante Ditta Di Sabatino Giuseppe. Quel giorno la Provincia di Teramo promise dinanzi alle telecamere che il nuovo ponte sarebbe stato ultimato il 9 settembre 2018. A oggi però l’opera non solo non è stata ultimata ma l’inizio dei lavori risulta ancora essere una chimera e anche le successive rassicuranti frasi pronunciate un mese e mezzo fa da Renzo Di Sabatino, circa la nuova consegna dei lavori fissata al 30 settembre, si sono rivelate non veritiere”.
“Alla data odierna infatti”, rimarca Bracco, “non risultano atti formali pubblicati all’Albo Pretorio dell’Ente che diano conto del verificarsi delle promesse formalizzate dallo stesso Di Sabatino, motivo per il quale ho il dovere di constatare come si perseveri nel non avere rispetto della buona fede della collettività teramana. Inoltre i tempi continuano artificiosamente ad allungarsi con assai probabili danni che andranno a colpire le comunità interessate e l’intera viabilità della provincia di Teramo”.
“È stata infatti la stessa Provincia”, sottolinea il Consigliere Segretario, “a ricordare come il ‘ritardo sulla rendicontazione dei lavori del nuovo ponte di Castelnuovo riguarda solo una parte dei finanziamenti (i 3 milioni e 100 mila euro di Fondi Fas) mentre la restante parte (2 milioni e 900 mila euro di Fondi regionali) non hanno una scadenza. Per i fondi Fas c’è già stata una proroga e la scadenza per la rendicontazione è al 31 dicembre 2018’. Ciò significa che entro la fine dell’anno scadrà anche la proroga già concessa dalla Regione per rendicontare le spese effettuate. E c’è ovviamente il rischio di un disimpegno dei fondi qualora i tempi dovessero ulteriormente allungarsi ad libitum. Senza contare che mancano notizie circa gli esiti dell’incarico di revisione progettuale (da circa 26.000 euro) affidato all’esterno con determinazione dirigenziale del 3 settembre scorso, incarico che avrebbe dovuto concludersi entro un mese”.
“Peraltro il professionista incaricato dall’Ente”, rileva Bracco, “si è dovuto cimentare con un problema enorme ossia quello della sicurezza dei cittadini e della longevità della realizzanda infrastruttura, in quanto risulterebbe che la progettazione preliminare redatta dai tecnici provinciali prevedesse un ponte lungo 115 metri e altre opere di protezione idraulica e di tutela dello stesso mentre la successiva progettazione definitiva veniva qualificata dalla stessa Provincia di Teramo come un ponte di lunghezza di 80 metri senza altre rassicurazioni concernenti le opere spondali sul fiume Vomano. E anche le pietre sono a conoscenza della pericolosità di un corso d’acqua tra i più attenzionati d’Italia”. “In un paese normale, quando un amministratore pubblico afferma con risolutezza questioni specifiche che poi non rispetta, il minimo che dovrebbe fare sarebbe quello di chiedere scusa in primo luogo alla collettività di riferimento e cioè, in questo caso, a quella teramana. Renzo Di Sabatino lo farà? La speranza nella quale confido”, conclude Leandro Bracco, “è che queste scuse (sempre che arrivino) possano avere un tasso di lealtà e attendibilità maggiore rispetto a quello riguardante la tempistica di realizzazione del nuovo ponte sul Vomano”.