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Polizia penitenziaria in rivolta a Vasto: “Le 14 unità sono fuffa, mancano 40 agenti e la sala regia”

Fabrizio Beltrame di Fabrizio Beltrame
26 Settembre 2025
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Vasto. Cresce la tensione presso il carcere di Vasto, in Contrada Torre Sinello, a seguito di un duplice annuncio: l’arrivo informale di 50 nuovi detenuti e l’assegnazione formale di 14 unità aggiuntive di Polizia Penitenziaria. Una mossa che il sindacato locale definisce insufficiente e inaccettabile.

Fausto Varricchio, Segretario Locale del CNPP-SPP, si è mostrato categorico nella sua opposizione alla decisione del Provveditorato.

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“È stato annunciato informalmente l’arrivo al carcere di Vasto di 50 detenuti in più e il Provveditorato crede che assegnare invece formalmente 14 unità in più di polizia penitenziaria possa bastare per avere il nostro beneplacito. Se lo può scordare!”

Secondo il sindacato, l’istituto penitenziario di Vasto non è in grado di gestire neppure l’attuale popolazione carceraria, figuriamoci un incremento di 50 unità, che andrebbero a riempire la nuova sezione.

“Qui, al carcere di Vasto, mancano le basi per ospitare i detenuti che abbiamo figuriamoci se ai già troppi, per via di una struttura impostata male e per nulla assicurata dai mezzi necessari, ne vogliono aggiungere altri 50. È da incoscienti!” sostiene Varricchio.

L’invio delle 14 unità di rinforzo viene liquidato come un “pannicello caldo” che l’amministrazione centrale tenterebbe di usare per mascherare le gravi carenze logistiche e gestionali, acuite, secondo il sindacato, dai “mesi di direzione a scavalco” che hanno interessato l’istituto.

Varricchio elenca le criticità della struttura, sottolineando la mancanza di elementi fondamentali per la sicurezza e la dignità: manca una sala regia, un’assenza che il sindacalista ritiene unica a livello nazionale; mancano condizioni logistiche in ambito detentivo capaci di rendere degna la carcerazione; si verificano allagamenti nelle celle in caso di pioggia.

“Queste sarebbero le condizioni che vorrebbero portare loro ad ospitare altri 50 detenuti? Se lo scordassero perché questo tipo di politica noi non la condivideremo mai!”, tuona Varricchio.

La richiesta del CNPP-SPP è chiara e quantificata: l’istituto necessita delle 40 unità mancanti per garantire il rispetto del contratto di lavoro, oltre alle “giuste condizioni logistiche”.

“Il resto è fuffa” conclude in maniera caustica il Segretario Locale. Il sindacato avverte che, in assenza di questi interventi strutturali e di organico, si opporrà fermamente a qualsiasi piano di incremento dei detenuti.

Lunedì 29 settembre arriverà in città Aldo Di Giacomo, Segretario Generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria (S.PP.).

Di Giacomo, noto per non risparmiare critiche alla politica e all’amministrazione penitenziaria (e famoso anche per essere stato oggetto di minacce da parte del detenuto Chico Forti), sarà accompagnato dal delegato nazionale Mauro Nardella e dal segretario provinciale Gaetano Consolati.

L’obiettivo della visita, con appuntamento fissato per le ore 11:00, è duplice: vedere con i propri occhi le condizioni della struttura e, soprattutto, ascoltare direttamente dalle voci dei colleghi il “dramma” che si starebbe vivendo all’interno dell’istituto peligno.

Il sindacato intende dimostrare come i problemi del carcere siano “giganteschi” e non risolvibili semplicemente con il cambio di un Comandante.

Alle 12:30, al termine del sopralluogo, si terrà una conferenza stampa in cui Di Giacomo e Nardella promettono di non usare mezzi termini.

Nello stile schietto che li contraddistingue, i sindacalisti racconteranno “tutto, ma proprio tutto” sulle attuali deficienze del carcere locale. Particolare attenzione sarà dedicata ai possibili motivi e alle mancate contromisure adottate per contrastare l’introduzione di oggetti non consentiti all’interno della struttura.

La visita e la successiva conferenza stampa sono presentate come un’occasione unica per conoscere la “verità sui problemi insistenti nel carcere di Sulmona”.

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