“Va reso noto – proseguono – che la nuova seggiovia delle fontari prevista dall’atto deliberativo per il rilancio dello sviluppo turistico del Gran Sasso non andrà a sostituire la precedente, ma occuperà una nuova posizione, sorvolando orto botanico e strada di accesso all’albergo, con vari ordini di problemi: di sicurezza per utenti e operatori della montagna, come il crollo di valanghe ecc; paesaggistici e ambientali per l’impatto sulla vegetazione. Infine urbanistici: ancora nessuno ha chiarito se quell’area ricada o meno all’interno del piano d’area. In caso negativo sarebbe necessaria una variante al piano paesistico regionale i cui tempi sono lunghissimi”. “Non ci si rende conto – continuano nella nota Perilli e Cialone – che al di là del numero delle piste e degli impianti che si andranno a creare, i giorni di apertura ed utilizzo sono molto limitati, non superando di norma i 40. E’ invece necessario pensare un modello turistico sull’arco dei 365 giorni. Numerose proposte potrebbero essere avanzate, ad esempio, per quanto riguarda il turismo legato all’escursionismo, si potrebbero recuperare tutti i rifugi esistenti sul massiccio e collegarli con una rete di sentieri, si potrebbero riforestare ampie zone del parco prevedendo l’utilizzo di fondi per le varie cooperative che svolgono questo lavoro”. “La verità è che il PD e il centrodestra – concludono – da anni si impiccano al pensiero unico dello sci senza avere una visione d’insieme che allo sci aggiunga anche altro”.