L’Aquila. Si assiste in questi giorni alla discussione sulle procedure concorsuali unificate da parte della Regione Abruzzo, la quale si è già espressa chiarendo definitivamente modalità esecutive per l’espletamento della predetta procedura. La nostra attenzione è invece rivolta alla immediata attivazione degl’iter assunzionali, rimarcando la necessità di integrare immediatamente il personale carente all’interno della ASL.
Ricordiamo, infatti, che risulta una scopertura di personale a tempo indeterminato superiore alle 700 unità lavorative, a cui si aggiungerebbero, tra il 2019 e ed il 2020, circa 300 lavoratori con possibilità di pensionamento con quota 100. Quanto sopra, nonostante l’approvazione del piano assunzioni 2018 che prevedeva l’immissione in ruolo di 108 unità riferite ai vari profili professionali.
Dette procedure risultano ancora non concluse ed in taluni casi ancora non avviate. Alle suddette assunzioni si aggiungerebbero le oltre 400 del 2019/2020 ancora in attesa di autorizzazioni da parte delle Regione Abruzzo. Le suddette procedure si riferiscono, tra le altre, a chi da troppi anni si trova – in condizioni di assoluta precarietà – a sopperire alle dichiarate carenze di personale diffuse in tutti i reparti e servizi della ASL.
Riteniamo, pertanto, che non è più sostenibile un sistema che rischia il collasso quotidianamente e, a tal fine, è necessario immettere immediatamente nuove risorse per rendere esecutivi i piani assunzionali riferiti agli anni precedenti e già autorizzati. Non è infatti ipotizzabile dover attendere la ridefinizione della Rete Ospedaliera Abruzzese per la determinazione di un nuovo fabbisogno di personale.
Conseguenze naturali di ciò sono, oltre a condizioni massacranti di lavoro peraltro non adeguatamente retribuite ed il continuo sacrificio del personale in forza, le lunghe liste di attesa a cui sono costretti gli utenti di questa Provincia. Risulta infatti, dal portale della ASL che, per esempio, per un test cardiovascolare da sforzo sono necessari 210 giorni di attesa nell’area dell’Aquila; per una visita gastroenterologica nell’area Peligna sono necessari 182 giorni di attesa; per una TAC addome completo con e senza mezzo di contrasto, per l’area Peligna, sono necessari 178 giorni di attesa, per l’area marsica 157, mentre per l’area L’Aquila 269 giorni; per una ecografia della tiroide per l’area Peligna, sono necessari 268 giorni di attesa, mentre per l’area L’Aquila 253 giorni; per una visita dermatologica per l’area L’Aquila sono necessari 168 giorni di attesa; per una visita fisiatrica per l’area L’Aquila, sono necessari 282 giorni di attesa; per una ecografia della mammella monolaterale per l’area Peligna, sono necessari 280 giorni di attesa, per l’area Sangrina 232, mentre per l’area marsica 177 giorni e per L’Aquila 275 giorni; per una colonscopia con endoscopio flessibile sono necessari, per l’area peligna, 345 giorni di attesa,
per l’area L’Aquila 228 giorni, per l’area Sangrina 177 giorni mentre per l’area Marsica 162; per un ecocolordoppler arterioso arti inferiori sono necessari per l’area L’Aquila 416 giorni di attesa mentre per l’area sangrina 294 giorni; per una ecografia apparato urinario (reni – uretri – vescica) sono necessari 268 giorni di attesa per l’area Peligna; per una tac del torace con mdc sono necessari per l’area L’Aquila 269 giorni di attesa, per l’area Peligna 178, mentre per l’area Marsica 157 giorni; per una visita endocrinologica sono necessari 360 giorni di attesa nell’area Peligna e 190 giorni per l’area Marsica; per quanto concerne la Riabilitazione Territoriale, risultano in lista di attesa circa 400 pazienti adulti e oltre 200 bambini per attività riabilitative neuromotorie, psicomotorie e trattamento logopedico, interventi in molti casi urgenti e che necessitano, in quanto parliamo di bambini, della indispensabile tempestività delle cure. In tutti questi casi possiamo parlare di limitazione ad un diritto costituzionale alle cure ed alla salute.
Il quadro sopra descritto, che definiamo inaccettabile in un paese civile, costringe gli utenti (che possono permetterselo economicamente) a rivolgersi al privato nel migliore dei casi, mentre negli altri casi li costringe addirittura a rinunciare alle cure e, contestualmente, fa emergere le intollerabili condizioni che ogni singolo lavoratore è costretto a sopportare.
Molti servizi contano nella loro dotazione organica un solo Dirigente Medico con le ovvie e gravi ripercussioni che
tale situazione genera, il che dimostra come non si è mai riusciti ad effettuare una seria e peculiare programmazione delle attività che prioritariamente andavano portate a termine.
Altrettanto gravi sono le condizioni in cui si lavora in tutti i Pronto Soccorso della ASL, le porte di accesso ai servizi di emergenza e urgenza Aziendali si trovano in condizioni inaccettabili con grave pregiudizio della qualità delle prestazioni che devono essere garantite in condizioni di emergenza e che vedono gli utenti costretti ad attendere ore per essere visitati e con il rischio concreto di non poter essere ricoverati per insufficienza di posti letto.
Per questo motivo riteniamo urgentissimo e non più procrastinabile da parte della Regione Abruzzo, procedere alla
nomina del Direttore Generale della ASL; restituire alla stessa i pieni poteri e l’autonomia decisionale e programmatoria che le compete significa portare avanti tutte le azioni necessarie per il governo della Azienda Sanitaria n. 1 che ricordiamo essere la più estesa territorialmente in tutta la Regione e con un elevatissimo grado di complessità gestionale.
Garantire da una parte le dovute risposte all’utenza in termini di erogazione di servizi essenziali, e dall’altra fornire ai lavoratori condizioni di lavoro adeguate per l’erogazione dei delicati servizi sanitari è un dovere di chi governa la Regione. La priorità per la CGIL è rimettere al centro il lavoro ed i servizi che rendano attrattivo e funzionale l’intero Sistema Sanitario provinciale Pubblico e ciò può avvenire solo mediante una progettualità seria e duratura che tenga conto dello stato emergenziale in cui versa la ASL.
Riteniamo che le decisioni sulla nuova governance debbano essere assunte immediatamente e devono rispondere a requisiti di qualità e di competenza necessari a garantire la gestione di un Ente, come la ASL, che è la Azienda più grande del territorio e pertanto la più complessa e difficile da governare, soprattutto in un territorio che continua a vivere una grave condizione di diminuzione di servizi pubblici e di conseguenza di un inesorabile spopolamento delle aree interne, ribadendo la necessità di investimenti straordinari in termini di personale e servizi in aree svantaggiate della Regione Abruzzo.