San Giovanni Teatino. Il comparto edile si mobilita per avere certezze circa il mantenimento di tutti i fondi Pnrr attivati in Abruzzo e chiede alla Regione un incontro urgente per discutere dello stato dell’arte, dei rischi reali di definanziamento.
Questo l’esito di una riunione voluta da Aniem Abruzzo, che ha riunito intorno a un tavolo i rappresentanti di Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil e Cna Costruzioni, firmatari di una lettera indirizzata alla Regione che manifesta la preoccupazione del comparto chiede chiarimenti. Alla notizia del possibile definanziamento delle risorse il comparto stringe le fila: la proposta di revisione di 144 progetti inviata dal governo a Bruxelles in agosto, per i territori abruzzesi si potrebbe tradurre nella perdita di oltre mezzo miliardo di euro di fondi già ottenuti.
“Un rischio che in Abruzzo riguarda migliaia di progetti, milioni di euro, centinaia di imprese e un numero crescente di lavoratori: scenario che si tradurrebbe in danni ingenti, oltre a rallentamenti e blocchi dei cantieri avviati, mettendo a rischio la più grande e importante occasione di rinascita del settore – spiegano i responsabili di Confapi Aniem Abruzzo e Cna Costruzioni e di Fillea Cgil, Filca-Cisl, Feneal Uil – . Il problema investirà tutti gli appalti sia quelli a sei e più zeri, sia i lavori di minore e media entità, sottoposti alla stessa rigidità dei grandi interventi. Il nostro intento non è certamente quello di alimentare la polemica per l’attribuzione della responsabilità tra enti locali e governo centrale, ma quello che è realmente importante è capire quale sorte avranno quei progetti che sono già partiti e che improvvisamente potrebbero essere privati dei finanziamenti per la loro compiuta realizzazione. Tutto questo perché è interesse comune e primario salvaguardare il contesto occupazionale delle imprese abruzzesi che potrebbe essere definitivamente compromesso dalla perdita dei finanziamenti Pnrr, generando ricadute dannose per le famiglie dei lavoratori e per gli stessi enti locali chiamati a scongiurare il concreto pericolo di dissesto finanziario.
Se da una parte il Governo, rendendosi conto delle incognite legate all’iter serrato del PNRR sta spostando gli appalti sul fondo complementare, dall’altra non è chiaro con che tempi ciò accadrà e non vi è ad oggi certezza alcuna sulla fattibilità della copertura. Da parte istituzionale serve agire, anche per capire che tipo di ripercussioni ci saranno sui contratti in essere, situazione, questo stallo, che crea allarme e disagio non solo per i Comuni ma anche per le imprese e gli altri soggetti che si sono già visti aggiudicare risorse per interventi che in molti casi avevano già preso il via. Si tratta di investimenti imponenti: per l’Abruzzo, i progetti a rischio, se il definanziamento sarà operativo, sono in totale 1.861 si legge da un’indagine di Openpolis. Risorse per 555,4 milioni provenienti dal piano, ma il valore totale dei progetti ammonta a 629,1 milioni.
I “tagli” potenzialmente più sensibili consistenti dal punto di vista economico riguardano gli investimenti per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei comuni (1.723 progetti per un valore totale di circa 392 milioni). Seguiti da rigenerazione urbana (69 progetti per 165 milioni), quelli per le aree interne (55 progetti per 39,4 milioni) e quelli per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (13 progetti per 8,5 milioni). Fra i territori Chieti è fra i più penalizzati con la possibile perdita di 218,1 milioni di euro, seguita dalle province di Teramo e L’Aquila e Pescara con meno 114.4 milioni di euro in fumo. Se invece si considerano solamente i fondi Pnrr, tra i centri più “colpiti” c’è Pescara con 27,9 milioni in meno, Chieti con meno 20,5 milioni. Un rischio che il settore edile non può permettersi, perché il comparto sta facendo i salti mortali per non perdere questa opportunità e per onorarla e merita un orizzonte più definito di quello attuale”.