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Piantare alberi al posto della centrale del gas, protesta ambientalista a Sulmona

Francesca Trinchini di Francesca Trinchini
11 Dicembre 2019
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Sulmona. Alberi contro la centrale del gas, questa l’iniziativa del coordinamento No Hub del Gas di Sulmona. Sabato 14 dicembre, alle 11, una rappresentanza del coordinamento pianterà degli alberi a Case Pente, nel sito di proprietà della Snam, dove la multinazionale del metano vorrebbe costruire la sua centrale di compressione. L’iniziativa ha lo scopo di ribadire che quell’area appartiene all’intera collettività e nello stesso tempo intende essere un’azione di “obbedienza civile” per la salvaguardia del pianeta.

“La Snam, per costruire la centrale, vuole cementificare dodici ettari di terreno agricolo, in un contesto di grande qualità ambientale e paesaggistica, all’ingresso di uno degli accessi al Parco Nazionale della Majella e in presenza di uno dei borghi più belli d’Italia, Pacentro” spiega il coordinamento No Hub del Gas. “Nel mentre, associazioni e comitati su tutto il territorio nazionale, sollecitano con forza la ripresa del dibattito parlamentare al senato (commissioni congiunte Agricoltura e Ambiente) sulla proposta di legge contro il consumo del suolo”.

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“Per raggiungere il suo scopo la Snam ha desertificato l’area facendo tagliare tutti gli alberi da frutto che da lungo tempo i contadini del luogo vi avevano impiantato. La rimessa a dimora degli alberi intende avere anche un valore simbolico contro la deforestazione di vaste aree della terra, che è una delle cause del cambiamento climatico” continua il coordinamento. “La comunità scientifica mondiale ci ricorda che per combattere il riscaldamento globale dobbiamo abbandonare le fonti fossili dimezzando le emissioni di CO2 entro il 2030 e azzerarle entro il 2050: in tutto l’Artico il permafrost sta cominciando a scongelarsi e a rilasciare grandi quantità di anidride carbonica e metano, un gas serra che è 30 volte più potente della CO2! Il governo italiano, invece, continua ad autorizzare impianti basati sui combustibili fossili – come la centrale Snam – destinata a durare fino al 2100 e oltre!”.

“I sostenitori delle energie fossili, smentiti dall’evidenza dei fatti, non hanno più argomentazioni per giustificare la realizzazione di tali opere. La centrale e il metanodotto Snam sono impianti dannosi per la nostra salute, per l’economia locale, per il nostro patrimonio naturale, per il clima e del tutto inutili perché in Italia c’è sovrabbondanza di gas, mentre i consumi sono in continuo calo. L’allarme del mondo scientifico evidenzia che siamo in uno stato di emergenza planetaria. Per salvare il pianeta dobbiamo agire ora: domani è già troppo tardi!” conclude il coordinamento No Hub del Gas.

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