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Piano nazionale coltivazione, contrasto a Nutriscore e lotta a falsi: le parole del ministro Lollobrigida

Luisiana Di Federico di Luisiana Di Federico
23 Ottobre 2022
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L’Aquila. Togliere il limite ai terreni incolti “con un piano chiaro strategico di coltivazione dei terreni. Abbiamo 1 milione di ettari coltivabili, non basta quello che ci mette a disposizione l’ Europa e quindi è necessaria una riforma della Pac che si liberi dall’ ideologia intrinseca del Farm to Fork, perché la sensibilità ambientale è sentita anche in Italia che può dire di avere una delle agricolture da sempre più sostenibili”. Il ministro dell’ Agricoltura e Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, in un colloquio con l’ANSA, illustra uno dei punti del suo programma per contrastare la crisi ma anche utile in periodi fertili.

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Un piano nazionale di coltivazione che non può prescindere da contratti di filiera chiari (finanziati nel Pnrr) che garantiscano al produttore un prezzo di vendita equo e competitivo. Basti pensare, ricorda Lollobrigida, che già prima della crisi, un litro di latte, che al produttore costa circa 48 centesimi, veniva pagato al produttore 38 centesimi mentre alla vendita al dettaglio sta tra 1 euro e trenta e i due euro. Squilibrio esistente anche per la carne. Altro obiettivo, quindi, dice, è “difendere i produttori agricoli da squilibri di questo tipo che pongono il settore in forte difficoltà”. E sul fronte crisi, è vero che l’ agroalimentare italiano vale oltre 500 miliardi di euro e l’export nel 2021 ha registrato oltre 50 miliardi, ma è vero anche che poggia su un sistema “estremamente debole”, è il pensiero del ministro. Un settore che, alla prova dell’aumento dei costi delle materie prime, della pandemia e ancora poi della guerra, era già fortemente in crisi.

Negli ultimi dieci anni hanno chiuso oltre 26.000 stalle, pari al 50% del totale presente in Italia, fa notare il ministro, e alcuni agricoltori hanno sospeso la semina, nonostante ci sia penuria di grano e di mais perché i costi non sono sostenibili. Inoltre il reddito netto delle aziende è drammaticamente sceso del 60%, con picchi in settori come la cerealicoltura, granivori e suinicoli che supera l’80% e saranno in media generale oltre il 30% le aziende che chiuderanno con un reddito negativo, mentre prima della crisi del 2022 le aziende con difficoltà di questo tipo erano il 7%. Senza contare la siccità contro la quale Lollobrigida parla di efficientamento delle risorse idriche attarverso un piano invasi, la riqualificazione e il potenziamento delle reti idriche. Ma anche la realizzazione di nuovi “e più potenti dissalatori per produrre acqua a scopo agricolo”.

“L’agricoltura “è uno dei pilastri della nostra Nazione e il nostro obiettivo è tutelare l’economia agricola dalle aggressioni del mercato del falso che distorce miliardi di euro, rimettere al centro il rapporto con il settore per proteggere la filiera e il concetto di cultura rurale”. Così il neo ministro dell’Agricoltura e Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, all’ANSA, sottolineando il contrasto all’introduzione di ogni strumento di classificazione dei prodotti pregiudizievole per l’agroalimentare italiano (Nutriscore), la lotta all’Italian Sounding e la promozione della dieta Mediterranea contro i cibi sintetici.

Inoltre, investire in ricerca per dare impulso all’agroindustriale, “fondamentale – afferma il ministro Lollobrigida – per l’innovazione e per la tutela della biodiversità”. Stimolare il coordinamento con le Istituzioni europee “per limitare l’esposizione alimentare del Continente nei confronti del resto del mondo”; promuovere i contratti di filiera che mettano al centro l’agricoltore e riducano la forbice tra costo di produzione e prezzo di vendita del prodotto.

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