Pescara. Il sottosegretario d’Abruzzo Mario Mazzocca risponde all’attacco del Consigliere Febbo sul Piano Regionale per le Attività Estrattive (Piano Cave). “Come spesso accade”, ha affermato, “il consigliere Febbo interviene maldestramente su di un campo, per lui storicamente minato, come quello della sostenibilità ambientale. Intanto, quando parla di ritardi, dovrebbe fare un bell’esame di coscienza proprio lui che è stato al governo del territorio prima provinciale e poi regionale per oltre un decennio e non ha fatto nulla affinché anche l’Abruzzo si dotasse di un “Piano Regionale per le Attività Estrattive” (PRAE), fino a pochi giorni fa l’unica regione ad esserne sfornita”.
“Proprio lui”, sottolinea il Sottosegretario, “è uno dei principali responsabili di un ritardo che dura da un terzo di secolo e che noi siamo riusciti a colmare, non senza difficoltà, in poco più di tre anni. Inoltre, le sue dichiarazioni sul primo “Piano Cave” d’Abruzzo, dalla presunta mancata volontà di approvare prima il documento alle elucubrazioni sui contenuti tecnici (disciplinare incoerente, piano vuoto, ampia deregulation), al di là degli errori grammaticali probabilmente frutto di refusi, denotano una pressoché nulla conoscenza del documento di piano, evidentemente letto svogliatamente per un buon 50% e per il restante 50% letto più attentamente ma non compreso”.
“Si rileva, nello specifico”, ha continuato Mazzocca, “come la decadenza del Consiglio regionale non impedisce di procedere nell’iter approvativo, iniziato nel 2016, portato avanti con un serrato confronto con le associazioni di categoria, proseguito e concluso in questa prima fase con l’approvazione della Valutazione Ambientale Strategica. Non si comprende come il censimento sia ostativo all’approvazione, tenendo conto l’art.6 del Disciplinare prevede l’aggiornamento automatico del catasto cave, con specifici indicatori e sui quali gli uffici regionali sono costantemente al lavoro. Forse dispiace a chi mi critica che, con questi siti, aumenteremo la compensazione delle emissioni di CO2”.
“Riconosciamo, poi, al consigliere Febbo una buona dose di coraggio, quando dichiara che non avrebbe mai “permesso una cosa del genere”. Dopo 66 mesi al governo dell’Ente il suo esecutivo non riuscì a tirare fuori dal cilindro neanche un porcellino d’india: Ciò che ereditammo nel settembre 2014 furono esclusivamente 5 tavole inerenti il semplice “Censimento” (distinte per cave attive, impianti di 1^ e 2^ lavorazione, poli estrattivi e aree di influenza), tutte aggiornate all’anno 2012! Ovvero, quanto di più lontano anche da una semplice bozza di piano. Senza dimenticare come, durante il suo mandato, la Regione affidò l’incarico di redigere il Piano Cave abruzzese al Prof. Marco Sertorio, allora Presidente di Assomineraria, la principale organizzazione nazionale di cavatori! Della serie: se solo ipoteticamente necessitava elaborare, che so, un “Piano Regionale sulle Emoteche”, quella regione avrebbe valutato l’affidamento di un incarico al figlio di Dracula?”
“Riconosciamo”, ha aggiunto, “al consigliere Febbo una certa dimestichezza con i numeri, una consapevolezza sui temi economici inversamente proporzionale alle tematiche di tutela ambientale e di salvaguardia del territorio. Prova ne sono non solo e non tanto talune sue storiche posizioni su natura e utilità delle aree protette, ma quanto e soprattutto il via libera che proprio lui, in rappresentanza della Regione Abruzzo, diede in sede governativa al famigerato progetto “Powercrop”, una delle tante pesanti e insostenibili eredità del passato che questo esecutivo è riuscito a risolvere non senza un bel po di fatica e con una buona dosa di assunzione di responsabilità. Infine, una breve riflessione. E’ davvero curioso, caro consigliere Febbo, che proprio TU mi accusi di incoerenza. Mi fai tanto pensare a quel cammello che dà del “gobbo” ad un cavallo: io sono uomo di sinistra, per la precisione socialista e antifascista, da sempre. E TU?”
“Per quanto riguarda l’interessamento delle associazioni ambientaliste”, conclude Mazzocca , “sarò felice di confrontarmi e di scorrere insieme a loro il testo normativo. Avranno modo di capire il cambio del paradigma. Della messa in opera di regole, attese da 35 anni e della prospettiva di economia circolare verso cui si muove il testo innovativo. Ricomposizione ambientale, impatto visivo, impatto acustico, atmosferico e da vibrazioni, impatto atmosferico da polveri. Non sono solo titoli. Ma regole. In particolare lo scavo sotto falda, già consentito dalla legge, con le norme tecniche e i criteri stringenti che prevedono il recupero ambientale a scopi turistici ed ecologici, è opportunamente regolamentato”.