L’Aquila. Il piano di abbattimento dei cinghiali rischia di dividere la Giunta regionale. Qualche giorno fa l’assesore Dino Pepe aveva presentato l’iniziativa che doveva risolvere una delle piaghe principali per gli agricoltori, da tempo al centro di cronache e proteste non solo per la distruzione dei raccolti, ma anche per gli incidenti stradali sempre più frequenti provocati dagli animali che atraversano le strade anche in branco. In questo scenario si inseriscono anche le proteste dei cacciatori . Il consigliere regionale del Pd, Sandro Mariani, aveva contestato duramente l’assessore all’agricoltura, Dino Pepe, per i provvedimenti adottati che limitavano l’azione proprio di quest’ultimi. Mariani, invece, schierandosi dalla loro parte, aveva detto di considerare i cacciatori una categoria molto utile a mantenere gli equilibri in natura, probabilmente riferendosi proprio al fenomeno dei cinghiali. Dopo le dichiarazioni una parte del Pd teramano si è schierato con l’assessore Pepe, mentre la direzione provinciale si è schierata contro. Il colpo di scena arriva quando il presidente Luciano D’Alfonso ha inviato una lettera che impone agli uffici regionali la sospensione della delibera di giunta 224 relativa proprio al piano controllo dei cinghiali proposto dall’assessore Pepe, così come approvata, perchè alcuni incontri lo hanno edotto su possibili modifiche da apportare. Con tale azione il governatore ha sfiduciato di fatto dell’assessore Pepe.
Sul caso è intervenuto anche Mauro Febbo, già ex assessore all’agricoltura. “Il disastro nell’assessorato e direzione Agricoltura Caccia e Pesca è certificato dall’ennesimo Commissariamento da parte di D’Alfonso del suo assessore Pepe succube e “vittima”del capo dipartimento Di Paolo. Uno scontro amministrativo che si è tramutato in politico con l’attacco del capogruppo Mariani. Quello che è grave che il Presidente dispone la sospensione di un atto di Giunta con una semplice lettera e chiede di applicare piani invece scaduti (magari l’assessore almeno questo doveva sapere). Ciò che preoccupa è che su un problema così serio, come purtroppo i ritardi sui fondi PSR per non parlare della chiusura dei centri di Ricerca e Ara, non si intravede alcuna soluzione e tutto il sistema agricolo è pericolosamente abbandonato. Credo ci sia necessità di una svolta, sempre che il Preside ne abbia la forza”.