L’Aquila. Con l’endorsement pubblico sulla figura di Giovanni Legnini, il vice presidente vicario della regione Abruzzo, Giovanni Lolli, ha, probabilmente, calato l’asso sul nome del candidato alla presidenza delle regione da parte del centrosinistra. Di questo, e di altro, ne abbiamo parlato con l’onorevole aquilana Stefania Pezzopane.
Il vice presidente vicario Lolli ha, di fatto, sponsorizzato la candidatura di Legnini. Lei è d’accordo sul fatto che possa essere la figura giusta per rilanciare il centrosinistra?
Quella di Legnini è una figura di grandissima qualità. Siamo amici e abbiamo lavorato assieme in tante occasioni. In particolare, quando rivestiva il ruolo di sottosegretario alla ricostruzione, per me era l’interlocutore quotidiano di ogni iniziativa proveniente dal governo o dal parlamento. Ho una grande stima per lui e sono stata felicissima di votarlo al Csm.
Si aspettava di figurare tra i possibili candidati a ricoprire il ruolo di presidente?
Al momento sponsorizzo Giovanni Legnin. Credo che per l’Abruzzo rappresenti una candidatura prestigiosa, oltre che un’occasione di rilancio per il centrosinistra.
Il Pd abruzzese condivide con quello nazionale lo stesso, preoccupante, stato di salute?
L’Abruzzo recentemente ci ha regalato un risultato eccezionale a Teramo, quindi facciamo attenzione perché la sorpresa è sempre dietro l’angolo, come in passato. Il Pd vive sicuramente una fase di appannamento nazionale e territoriale nei confronti dell’elettorato, ma è anche una fase politica che, diversamente da altri momenti, si evolve con grande velocità, permettendo di raggiungere risultati elevati o, viceversa, di scendere drasticamente nel consenso.
Questo dinamismo, però, è al tempo stesso anche una fragilità..
Non possiamo che prenderne atto. C’è, quindi, necessità di una grande coalizione capace di andare oltre il mero aspetto di centrosinistra (in termini di vecchie appartenenze) e che, finalmente, accolga amministratori e giovani professionisti su un programma condiviso e moderno, con politiche di accoglienza e battaglie sui diritti civili. C’è un discrimine tra chi, come noi, su questi ultimi vuole andare avanti e chi, invece, ritiene che vadano segregati o diminuiti. La regione può e deve fare di più. Non sono pessimista ma c’è bisogno di figure nuove, dando fiducia alle nuove giovani generazioni. Sono fiduciosa, nonostante il colpo duro del 4 marzo. Ma no, non mi sono demoralizzata.
Passano gli anni ma le criticità sono sempre le stesse: ricostruzione, sanità, lavoro, ridurre il distacco tra l’area costiera e quella interna.
La priorità delle priorità per me resta il lavoro. Ovvero il dare un’occasione a tutti, ai giovani che decidono di studiare e che dopo aver studiato hanno bisogno di un’opportunità e anche a chi, per motivi diversi, l’occasione l’ha avuta ma il lavoro lo ha perduto. Pensiamo alle industrie, alle aziende e alle fabbriche che hanno chiuso, lasciando per strada centinaia di famiglie.
Può essere più specifica?
Il lavoro ha dietro dei presupposti basilari; non si crea in astratto e la risposta non è il reddito o il finto lavoro, ma la formazione e il rafforzamento dell’istruzione. Il creare, anche con fondi europei, dei progetti innovativi. Diciamo l’Abruzzo del futuro è quello in grado di investire sui settori trainanti classici ma anche sull’innovazione.
Quali sono i campi che non hanno goduto della necessaria attenzione e che lei vorrebbe rilanciare?
Sono convinta che il turismo e la cultura siano quelli su cui non abbiamo coltivato e arato come dovevamo. Lo dimostra il fatto che ogni volta che una nuova realtà attrattiva esce fuori, se azzeccata e di qualità, diventa occasione di attrazione e indotto turistico ed economico capace di rivitalizzare un territorio.
E poi c’è la ricostruzione..
Esatto, c’è una parte di Abruzzo che marcia a un ritmo troppo, troppo lento, come parte della provincia dell’Aquila e di Teramo. E’ chiaro che le conseguenze del sisma non sono limitate al cratere sismico, ma noi siamo un piccolo territorio e le piccole economie locali ne hanno risentito tanto quanto il grande centro. La ricostruzione deve essere al centro dell’attenzione della politica regionale. In questo sono sempre stata in prima fila e sempre lo sarò.
Capitolo autostrade A24/25: bene ha fatto Toninelli a rivendicare un provvedimento ad hoc?
Ci sono dei fondi che sono stati accantonati nel decreto mezzogiorno, in ambito lavoro, che per motivi burocratici ancora non vengono sbloccati. La prima operazione da fare è mettere in disponibilità i fondi già presenti e poi cercarne altri. Ecco perché ho fatto già nella precedente legislatura appelli alla sicurezza sismica. Sono battaglie che porto avanti da anni e sono sotto gli occhi di tutti. Ora c’è necessità di accelerare, l’allarme è popolare e la gente chiede sicurezza. La stessa società autostrade ha dichiarato che c’è un rischio.
Parliamo di una situazione che necessita di una svolta, anche sul piano del caro pedaggi.
Sul quel fronte avevamo operato benissimo. Avevamo bloccato l’aumento e poi il TAR ci ha dato torto perché avevamo compiuto una forzatura sulle vecchie convenzioni che, quindi, sono state ripristinate e il blocco del ministero è stato annullato dallo stesso Tar. In Abruzzo paghiamo un prezzo altissimo per l’elevato costo delle autostrade. Bisogna porre fine a queste tariffe.
Con uno sguardo alle prossime elezioni: le liste civiche saranno l’ago della bilancia?
Ho un’idea molto netta: per vincere le elezioni regionali, oltre alle forze politiche c’è bisogno di un nuovo civismo e di un nuovo protagonismo dei cittadini che deve organizzarsi per diventare forza politica. Bisogna fare delle liste, ma non sono interessata a quelle in cui sono presenti vecchie figure della politica che cambiano casacca e si accasano nelle liste civiche. Sono scelte di comodo. Questo è sempre esistito, non è una novità.
Cosa, per lei, rappresenterebbe una novità, quindi?
Io vedrei benissimo – a sostegno del candidato di centrosinistra – una lista composta da sindaci che, per definizione, operano e agiscono in nome di tutti e non di una singola fazione politica. Diamo fiducia ai giovani, bisogna trovare il coraggio di lanciarli e farli sentire protagonisti. Così facendo l’Abruzzo e il centrosinistra potranno raccontare una storia diversa. Però, ecco, interpretiamo in maniera più innovativa il civismo e lasciamo da parte le vecchie figure che si riciclano solo per scelte di comodo. Federico Falcone