Pescara. Il Tribunale di Pescara ha assolto con formula piena Andrea D’Emilio, il professore di filosofia finito in manette il 14 maggio 2015 nel corso di una protesta nei locali della biblioteca D’Annunzio di Pescara. D’Emilio, noto per le sue battaglie civili, era accusato di resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo si era incatenato ad una balaustra della biblioteca per manifestare contro la carenza di fondi che, a suo dire, ostacolava la compiuta erogazione del servizio. Alla richiesta di finire la protesta e lasciare l’edificio, D’Emilio si era rifiutato e a quel punto era stato arrestato dagli uomini della Polizia provinciale.
“All’esito di un processo durato due anni“, afferma il difensore di D’Emilio, l’avvocato Vittorio Iovine , “si è fatta giustizia, ristabilendo un principio fondamentale di libertà di manifestazione del pensiero, quello consacrato anche dall’art.10 della CEDU, vale a dire che ogni persona ha diritto alla libertà di espressione attraverso qualsiasi mezzo di sua scelta, senza ingerenza alcuna da parte delle autorità pubbliche, purché’ non ponga se’ od altri in una situazione di oggettivo pericolo, minacci l’ordine pubblico o sia portatore di condizioni soggettiva pericolosità”.