Pescara. Anche quest’anno torna a Pescara “Alberi per il Futuro”, l’iniziativa che, nata dall’idea di Gianroberto Casaleggio, dal 2015 in poi ha consentito di mettere a dimora oltre sessantamila alberi e arbusti in più di duecentocinquanta città italiane. L’evento, organizzato dai consiglieri comunali M5S Erika Alessandrini, Paolo Sola e Massimo Di Renzo, ha da sempre l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza ai temi della forestazione urbana e della tutela del verde pubblico come elemento fondamentale per la qualità della vita. “Quest’anno abbiamo voluto organizzare un’edizione diversa dal solito”, spiegano i consiglieri pentastellati: “che avesse al centro il tema della Riserva Dannunziana e del tragico incendio del primo agosto scorso, che ha fatto da spartiacque nella consapevolezza di tanti cittadini sull’importanza del verde urbano. Abbiamo scelto di non piantare alberi ma puntare alla rinascita del nostro vivaio comunale”. Alla presenza di tanti cittadini e associazioni, infatti, l’incontro si è svolto nell’attuale Parco del Vivaio Comunale su Str. Zanni, con gli interventi di Giovanni Damiani, biologo e presidente dell’associazione G.U.F.I. (Gruppo Unitario per le Foreste Italiane), e Simona Barba, architetto ambientale dell’associazione Italia Nostra, che hanno ripercorso la storia di questo spazio e spiegato l’importanza ambientale, sociale ed economica che avrebbe la piena funzionalità di un vivaio comunale pubblico. “Piantumare e poter mettere a dimora specie arboree autoctone”, proseguono i consiglieri M5S: “sarebbe una garanzia di tutela per la salute dei nostri stessi alberi. Proprio l’importazione di ecotipi estranei, infatti, è spesso la prima causa di propagazione di parassiti e malattie che uccidono gli alberi delle nostre città, come successo per i lecci di Corso Vittorio Emanuele. Avere un vero e proprio serbatoio di specie locali consentirebbe di riqualificare, all’occorrenza, i nostri spazi urbani e dare una risposta, ora, alla tragedia del primo agosto scorso come emerso dallo stesso lavoro dei tre esperti, Dario Febbo, Nevio Savini e Gianfranco Pirone che, chiamati dall’amministrazione comunale all’indomani dell’incendio, hanno indicato proprio nella raccolta dei semi della riserva e della loro piantumazione in un vivaio comunale, la strada migliore per veder rinascere l’elemento identitario più forte della città”.Infine concludono: “Il nostro impegno in tal senso sarà quello di presentare in Consiglio Comunale una proposta concreta ed economicamente sostenibile per riportare finalmente questo spazio alla sua vocazione naturale”.