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“Personaggi aquilani”, il nuovo libro di Monica Pelliccione: un viaggio affascinante tra storia e memoria

Giulia Antenucci di Giulia Antenucci
14 Novembre 2020
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L’Aquila. Un viaggio affascinante tra storia e memoria, nell’urbe dalle mille segrete, tra blasoni e antichi palazzi. Di qui sono passati esponenti di nobili casate, Santi e papi, raminghi viaggiatori, predicatori scalzi e uomini d’armi, re e regine, poeti e scultori. Venti volti, venti storie in “Personaggi aquilani”, della giornalista e scrittrice Monica Pelliccione. Il libro, edito Arkhé, ha il costo di 10 euro. Icone di una città, in un lasso temporale ampio, che attraversa i secoli e intreccia vicissitudini e cicliche rinascite. Come in una tela preziosa.

Il volume, in uscita a fine novembre in libreria e nei digital store, conduce il lettore per mano alla scoperta delle radici della città dell’Aquila, inanellando nomi che, nei secoli, ne hanno tratteggiato contorni e sfumature.

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“Volutamente venti, non di più”, racconta la Pelliccione, “in una selezione naturale tesa non tanto a raccontare il tessuto urbano e le sue peculiarità. Piuttosto, a fornire alle giovani generazioni uno strumento agile e immediato di consultazione e conoscenza del passato, proiettato in una visione prospettica futura. Dei simboli che costellano strade e piazze cittadine: statici, perenni, solidi. Come le radici di un’aquilanità che pulsa, imperterrita, nelle vene. E che non è propria solo di quanti da questa terra sono stati generati, ma pervade sovente, in egual misura, viaggiatori e uomini di cultura, sovrane, manager e archistar che dall’Aquila sono stati lambiti. Che ne hanno respirato l’afflato. Sono tanti e blasonati i personaggi che hanno legato il loro nome alla città: ne ho scelti venti”, dice Pelliccione, “seguendo idealmente l’onda emozionale che deriva dall’osservazione pura di una terra in rinascita. Ricca e culturalmente rigogliosa. Dove statue, pietre ed edifici di culto si sovrappongono alle immagini di uomini e donne eterne, nella loro singolarità”. Dagli albori con il senatore romano Gaio Sallustio Crispo, alle cronache del primo storico aquilano, Buccio da Ranallo, dalle testimonianze di Anton Ludovico Antinori, alle gesta del condottiero Braccio da Montone, passando per l’umile frate eremita eletto Papa, Celestino V, e il predicatore francescano San Bernardino. Volti femminili scolpiti nel tempo: Sant’Agnese, giovane martire, la sovrana Margherita d’Austria e la manager Marisa Bellisario. Fino a Panfilo Gentile, voce critica del Novecento e a Nino Carloni, l’avvocato della musica. Ciascuno dal profilo e dal carisma intensi, nelle diverse epoche che hanno scandito l’evoluzione e le continue metamorfosi della città.

“Vale più una pace relativa, che una guerra vinta”. Le parole pronunciate dalla duchessa d’Austria foriera, nella seconda metà del 1500, di una nuova stagione di sviluppo e creatività sociale e urbanistica, risuonano dalla Torre civica di palazzo Margherita, che ha custodito a lungo la Bolla del Perdono di Papa Celestino V. Monito ad uno società moderna che si riflette nei personaggi del passato. “Un libro”, spiega l’editore, Paolo Leone, (Arkhé), “in cui cultura e reminiscenza si fondono in una piacevole lettura. Inedito nel suo genere”.

Personaggi aquilani di nascita o adozione. Simboli di fasti e nefasti, ciclici declini e rinnovati albori. “L’Aquila”, afferma l’autrice, “rifulge in un passato che è vanto e gloria. Si fa custode di scrigni di pietre miliari, impresse a fuoco sulle facciate delle imperiali dimore, celate ai più nell’intimità dei cortili. Laddove il passo di uomini e donne di un tempo, arricchisce le insegne della città gloriosa. Il volo pindarico in epoche moderne mostra l’altro volto del continuo divenire, l’era dello sviluppo industriale e del riscatto sociale”.

Il libro è arricchito dagli scatti in bianco e nero di Daniela Dattrino, esperta di valorizzazione e recupero dei beni culturali, in un percorso ideale tra luoghi e scorci che hanno accompagnato la vita e le gesta dei personaggi aquilani. La prefazione è curata dal giornalista, scrittore e vaticanista, Mario Narducci; la post-fazione, che analizza la suddivisione dell’Aquila in Quarti aquilani e il successivo sviluppo urbano, dall’avvocato Stefano Di Salvatore, presidente dell’Associazione dei Quarti aquilani.

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