L’Aquila. Il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo emerito dell’Aquila, ha aperto la Porta Santa nella serata principale della 730/a Perdonanza Celestiniana.
Il rito assicura l’assoluzione “a quanti sinceramente pentiti e confessati, saranno entrati nella chiesa di Collemaggio, attraverso la Porta Santa, dai vespri della vigilia della festività di San Giovanni Battista fino ai vespri seguenti”. Prima del rito, nella basilica di Collemaggio che ha ospitato la consueta funzione religiosa, il cardinale – visibilmente commosso – ha salutato la folla, ringraziando le persone che ha incontrato in questi undici anni come arcivescovo. Sono onorato di essere diventato cittadino aquilano e aver partecipato alla avventura, gravosa e avvincente, della ricostruzione della Comunità: sul piano spirituale, culturale, civico ed edilizio. Posso affermare che, grazie alla resilienza e alla vigorosa reazione degli abitanti di queste terre, il terremoto ha perso la guerra, scatenata con furia demolitiva sul nostro territorio. In molti luoghi dove svettavano le insegne distruttive della morte, oggi sventola la bandiera gioiosa della rinascita e della vita. L’Aquila, città crocifissa è già, anche se non ancora in modo compiuto, città risorta: più bella e più accogliente di prima. Ricordo ogni giorno le vittime del terremoto: prego per loro e faccio conto sulla loro intercessione”.
“Un attestato di merito – ha sottolineato Petrocchi in un passaggio – lo dedico ai giornalisti e agli operatori dei media: attraverso una informazione puntuale hanno contribuito a divulgare la corretta e aggiornata conoscenza di avvenimenti e di prospettive”. Al cardinal Petrocchi è stato rivolto il discorso di ringraziamento di monsignor Antonio D’Angelo, a suggellare il passaggio di consegne alla guida dell’Arcivescovado. Anche il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, è intervenuto per ringraziare, annunciando l’assegnazione del ‘Premio del Perdono’ a Petrocchi. La Porta sarà chiusa domani. Seguirà dunque il corteo di rientro.
“Per le insufficienze e le mancanze che avete notato in me, nello svolgimento del ministero episcopale – ha detto ancora – chiedo perdono: consegno con fiducia queste mie fragilità alla vostra misericordia.