“La leghista Vannia Gava, sottosegretaria alla transizione ecologica del governo Draghi, accusa noi ambientalisti per la penale di 190 milioni di euro che l’Italia dovrà pagare alla società petrolifera Rockhopper.
Colpisce l’ignoranza di una componente del governo.
Le faccio presente che il Trattato che ha dato la possibilità alla società di vincere davanti a un collegio arbitrale privato internazionale è stato firmato dal governo Berlusconi nel 1994. Quel Trattato per la Carta dell’Energia si è rivelato un tale disastro che l’Italia ne è uscita nel 2017 sull’onda della protesta no triv (e ministra era la confindustriale Guidi). Non si capisce come possa difendere il valore ambientale del trattato una sottosegretaria che avrebbe dovuto occuparsi di transizione ecologica.”
“Come sa qualsiasi amministrativista”, prosegue, “Rockhopper avrebbe perso davanti alla giustizia amministrativa italiana. Lo ha spiegato il costituzionalista Enzo Di Salvatore che nota giustamente che la sottosegretaria non sa nemmeno che Rockhopper NON era titolare della concessione. Se lo fosse stata (e le fosse stata revocata la concessione) avrebbe avuto tutte le ragioni di questo mondo. Il punto è che ha agito in giudizio proprio perché NON ha ottenuto la concessione. In sintesi, il trattato sottoscritto dal governo Berlusconi dava un diritto acquisito a chi non lo aveva per la normativa italiana. Purtroppo politici impreparati o corrotti firmano e approvano accordi a favore di multinazionali o gruppi privati e non della comunità. È quello che e’ accaduto anche per le autostrade con norma “Salva Benetton” votata dal governo Berlusconi II e salvataggio dopo il crollo condiviso da tutti.”
“Faccio notare alla leghista”, continua la nota, “che il suo partito è particolarmente inaffidabile in questo campo dato che la Lega invitò a votare Si al referendum notriv. Su pressione della mobilitazione popolare NoOmbrina e delle imprese (turismo, agricoltura, ristorazione) anche la destra in Abruzzo e a livello nazionale si schierò per il no a Ombrina. Lei non ne sa nulla ma l’impianto di desolforazione gallegiante doveva essere realizzato proprio di fronte al Parco della Costa dei Trabocchi, una delle zone di pregio naturalistico di maggiore attrazione turistica e con nell’entroterra un distretto vitivinicolo di qualità che esporta in tutto il mondo. Va detto che il trattato fu ratificato poi dal governo Prodi ma almeno il centrosinistra ha avuto il buongusto di restare in silenzio.”
“La vicenda della Rockhopper insegna che non si può affidare il settore energetico alle lobby e al mercato e che – come dimostra l’esplosione delle bollette – stiamo pagando ancora i danni dell’ubriacatura neoliberista cominciata negli anni ’90”, conclude.