Sulmona. “Siamo curiosi di sapere se lunedì prossimo, inaugurando la nuova stazione ferroviaria di Santa Rufina a Sulmona e il collegamento veloce con L’Aquila, Marco Marsilio menzionerà il fatto che quest’opera è stata fortemente voluta e finanziata dal centrosinistra con il Masterplan del 2016”, affermano Daniele Marinelli, segretario regionale del PD, Luciano D’Alfonso, deputato del PD, e Pierpaolo Pietrucci, consigliere regionale del PD.
“Quando diede il via al cantiere, due anni fa, il presidente della Regione ‘dimenticò’ di citare il ruolo svolto dalla giunta regionale che lo aveva preceduto, attribuendosi in toto i meriti della costruzione dell’infrastruttura”, proseguono i rappresentanti del PD.
“È opportuno ricordare che nel 2014 fu l’allora presidente Luciano D’Alfonso a stipulare un contratto con RFI per la realizzazione della bretella fra la tratta Terni-Sulmona e quella Roma-Pescara, grazie all’edificazione di una nuova stazione chiamata Sulmona Santa Rufina. Quel progetto fu successivamente finanziato grazie alla delibera di giunta regionale n. 229 del 19 aprile 2016 (Masterplan Abruzzo – Patto per il Sud), che stanziò 11 milioni di euro per l’intervento intitolato ‘Ammodernamento e potenziamento della rete ferroviaria della Regione Abruzzo – Bretella di Sulmona – Velocizzazione collegamento ferroviario L’Aquila-Pescara’”, sottolineano Marinelli, D’Alfonso e Pietrucci.
“Non è la prima volta che Marsilio presenta come sue opere che sono invece state volute e finanziate dalla Regione a guida centrosinistra. Un esempio lampante è l’allungamento della pista dell’aeroporto di Pescara, un progetto rimasto nei cassetti dell’ente per cinque anni e poi miracolosamente ricomparso durante la campagna elettorale dell’inverno scorso. In quell’occasione si mise in scena una finta inaugurazione a beneficio di telecamere e fotografi, mentre i lavori reali iniziarono solo mesi dopo e sono tuttora in corso”, aggiungono i rappresentanti del PD.
“Ci auguriamo che almeno in questa occasione il presidente Marsilio voglia riconoscere e ricordare chi ha effettivamente voluto e finanziato la bretella di Sulmona”, concludono Marinelli, D’Alfonso e Pietrucci.