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Pd, Piacente su candidatura Marcozzi: primarie a 5 stelle, un grande bluff della storia repubblicana

Federico Falcone di Federico Falcone
14 Settembre 2018
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L’Aquila. Il segretario provinciale del Pd, Francesco Piacente, interviene sulla candidatura alla presidenza regionale di Sara Marcozzi.
“Quando ai primi di agosto furono annullate, senza spiegazioni plausibili, le regionarie, con la conseguente esclusione del candidato Pietro Smargiassi, l’opinione pubblica abruzzese fu attraversata da un forte dubbio: che fine ha fatto il movimento che predicava trasparenza e partecipazione? A questa domanda ieri l’Abruzzo ha avuto la sua risposta: l’elezione a candidata presidente della regione di Sara Marcozzi, già sconfitta nel 2014, votata da qualche centinaio di iscritti sulla piattaforma Rousseau”.
“Un risultato raggiunto grazie al passo indietro di altri importanti esponenti del suo partito che, secondo autorevoli fonti giornalistiche, avrebbero optato per futuri importanti incarichi di potere. Se fossero stati altri partiti a fare una cosa del genere gli esponenti 5stelle avrebbero gridato allo scandalo e organizzato i compianti meetup per protestare. Insomma, la leggenda dell’ ”uno vale uno” con cui hanno preso in giro l’Italia, cade miseramente in virtù di una trattativa da manuale Cencelli degna della prima Repubblica”.
“Siamo di fronte ad uno dei più grandi bluff della storia repubblicana, perfettamente in linea con quanto sta accadendo al Governo del Paese. Tutti coloro che hanno riposto fiducia in un movimento politico che voleva fare della trasparenza e della democrazia partecipativa il suo cavallo di battaglia, oggi prendono coscienza del vuoto e dell’inganno di quelle promesse”.
“E’ evidente come, dal decreto dignità, che lascia a casa giovani lavoratori, alla mancata chiusura dell’Ilva, dalla vicenda dei 49 milioni della Lega alla vana promessa del reddito di cittadinanza, il Movimento 5stelle tradisce tutte le basi fondanti della sua retorica politica. In Abruzzo ha fatto di più: ha dimostrato come le Regionarie siano state solo uno strumento di finta democrazia per una evidente spartizione di poltrone ritendendo, a torto, che gli abruzzesi non si sarebbero accorti del grande inganno”.
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