L’Aquila. Suscita preoccupazione la situazione denunciata in questi giorni relativa al reparto di Neurologia dell’ospedale dell’Aquila. In particolare si parla deli posti letto, attualmente 12, di “carenza di spazi” e di “provvisoria sistemazione”. Nei giorni scorsi a segnalare la situazione (leggi articolo https://abruzzolive.it/fials-provinciale-la-asl1-ha-subito-grave-sciacallaggio-meno-posti-letto-e-disorganizzazione/) è stato il sindacato della Fials provinciale.
Ora arrivano anche le affermazioni del dirigente medico del reparto, Patrizia Sucapane che ribadisce sui social la posizione del sindacato, sottolineando come il reparto “non è sicuro per i pazienti ricoverati” e come i “posti di semintensiva, quale è la stroke, sono appiccicati agli armadietti dei pazienti per mancanza di spazio”.
“Non so se si può accettare questa condizione”, ha ribadito la neurologa, “non è dignitosa e sicura per i pazienti in primis che stanno stretti come sardine e dentro la stanza se ci dovesse essere una urgenza ci sono problemi di spazio a far uscire rapidamente il letto dalla stanza”. Inoltre la Sucapane, in merito alla Fus (terapia con ultrasuoni), non più praticata all’Aquila, ha evidenziato che “il Drg (codice di rimborso che scaturisce da un ricovero) è cambiato e quindi dobbiamo ricoverare noi in neurologia anziché in neurochirurgia come sempre accadeva. La procedura”, ha spiegato la dottoressa, “genererebbe oggi un Drg medico anziché chirurgico visto che la procedura non è considerata un vero intervento. Risulta pertanto poco chiaro come possa esserci stata questa confusione a livello della Asl e a livello regionale nelle procedure sinora realizzate”. Si è chiesta infine “perché una procedura che non implica un intervento sia stata considerata invece proprio un intervento e non una procedura medica”.


